/ Economia e lavoro

Economia e lavoro | 10 luglio 2025, 07:34

Innovare fa bene (al business): le aziende torinesi che fanno ricerca fanno anche buoni affari

L’osservatorio di Camera di Commercio e Politecnico mostra una crescita dei ricavi del 7,5% dal 2021 al 2023. Cipolletta: “Ma c’è bisogno di figure professionali che non si trovano”. Restano aperti i temi dei finanziamenti e della sostenibilità

L’innovazione cammina anche sulle spalle di medie e grandi imprese

L’innovazione cammina anche sulle spalle di medie e grandi imprese

Non solo start up: a Torino l’innovazione cammina anche sulle spalle delle medie e grandi imprese. E la ricetta funziona, visto che tra il 2021 e il 2023 le realtà “innovative” hanno visto i propri ricavi crescere del 7,5%, con il margine operativo lordo che ha fatto segnare addirittura un +15%.

Brevetti e dintorni, ma poco sostenibili

Fanno parte di questa famiglia le imprese che hanno depositato brevetti, hanno ricevuto finanziamenti per la ricerca, oppure fanno parte di Poli di innovazione. A studiarle, l’osservatorio sulle imprese innovative della Camera di Commercio in collaborazione con il Politecnico. “Una compagine attiva, con un orientamento a migliorare prodotti e servizi - dice Francesca Montagna, docente del Politecnico - Soprattutto le start up sono le realtà che fanno innovazione più radicale. Ma resta un grosso tema aperto legato all’accesso ai finanziamenti. Ci aspettavamo però maggiore attenzione sulla sostenibilità, sia ambientale che soprattutto sociale“.

Start up (ma non solo)

A livello numerico, la parte più importante è sempre legata a piccole imprese (pesano per il 60,5%), ma le medie rappresentano l’una dimensione paragonabile alle start up (16%). Ma non mancano le grandi imprese, pari al 7,5%.

Per mantenere sostenibili i propri modelli di business il torinese si sta facendo forza della disponibilità di nuove tecnologie digitali”, dice il presidente della Camera di Commercio di Torino, Massimiliano Cipolletta.

Servono figure professionali adatte


Era dal 2018 che non proponevamo questa ricerca - prosegue Cipolletta - servono strumenti e metodi che aiutino le nostre aziende a essere competitive nel mondo. Ci sono micro imprese, ma anche le medie e grandi supportano questo movimento”.

“Negli ultimi anni si è seminato molto: ora siamo nella fase della consapevolezza. Le imprese sanno di dover innovare per migliorare, ma la domanda di certe figure professionali è superiore all’offerta. Anche per quello stiamo portando avanti la nostra collaborazione con il Politecnico”.

Manifattura, Ict ed export

Dal punto di vista dei settori, il 32% delle aziende innovative si occupa di manifatturiero, mentre il 23% appartiene al monto Ict. Il 70% delle start up offre prevalentemente servizi, mentre le medie e le grandi - nella stessa proporzione - si occupa di produzione dei beni. Le start up, tuttavia, mostrano una maggiore dipendenza da pochi clienti (il 60% del fatturato dipende tra 3 clienti principali).

L’export è più un terreno per medie e grandi, mentre riguarda solo il 35% delle start up. Chi ha ottenuto fondi, per il 25% li ha ricevuti da leggi regionali, mentre il 12% dal Pnrr. Per chi ha investito in digitalizzazione, la spesa ha un’incidenza molto significativa per il 43% delle le start up e per il 13% delle medie e grandi.

Massimiliano Sciullo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium