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Politica | 30 settembre 2025, 14:59

Il poliambulatorio di via Le Chiuse perde pezzi, la Regione conferma: "Trasferiamo una parte dei servizi"

Brutte notizie per i residenti di San Donato, che dovranno andare sino alla Casa di Comunità di via Pacchiotti

Il poliambulatorio di via Le Chiuse perde pezzi, la Regione conferma: "Trasferiamo una parte dei servizi"

Non ci sono buone notizie per i residenti di San Donato: la Regione ha infatti confermato che nel poliambulatorio di via Le Chiuse rimarranno solo una parte dei servizi sanitari, mentre la parte più consistente verrà trasferita nella futura Casa di Comunità di via Pacchiotti, in zona Parella.

Volantini contro la chiusura

Dopo la mobilitazione negli scorsi mesi di comitati e cittadini, - con volantinaggi al mercato di piazza Barcellona - così come di alcuni consiglieri della Circoscrizione 4, oggi per voce dell'assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi arriva la certezza del ridimensionamento.

A sollecitare una risposta sul tema il consigliere regionale del M5S Alberto Unia, che ha raccolto le forti preoccupazioni dei residenti, soprattutto degli anziani e persone con difficoltà di mobilità.

Al primo piano di via Le Chiuse 66 rimarrà operativo il Centro Disturbi Cognitivi e Demenze, mentre al piano terra verrà collocato il Centro di Salute Mentale della zona di San Donato, attualmente ubicato in corso Francia 73.

Riboldi: "Miglior organizzazione"

Al termine dei lavori in via Pacchiotti 4, nella nuova Casa di Comunità verrà trasferito il CUP ed il Centro Prelievi, costringendo così i residenti di San Donato ad andare sino a Parrella per queste prestazioni. Una riorganizzazione che per Riboldi "si configura come un riordino e un potenziamento del Servizi Territoriali, volto a migliorare l'appropriatezza logistica, la funzionalità delle strutture e l'efficacia complessiva dell'offerta".

Il poliambulatorio di via Le Chiuse, negli anni, è diventato un punto di riferimento per il quartiere: oltre ai servizi medici di base, offre prestazioni laboratoriali e diagnostiche, con accesso diretto e senza lunghi tempi di attesa. Ora, il timore è che con lo spostamento venga a mancare un presidio essenziale in un’area che già vive criticità.

Cinzia Gatti

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