È previsto per l’inizio del 2026 l’avvio del nuovo housing sociale di via Vagnone, nel quartiere San Donato, un progetto di abitare sociale destinato a persone anziane autosufficienti, soggetti in condizioni di fragilità, studenti e adulti in difficoltà temporanea.
La struttura, di proprietà comunale, è composta da 32 alloggi - 24 bilocali e 8 trilocali - per una capienza massima di 75 persone. Il progetto, del valore complessivo di 6 milioni di euro, è stato finanziato principalmente con fondi del Pon Metro e integrato da un mutuo con Cassa Depositi e Prestiti.
L’immobile è stato affidato in gestione gratuita per 20 anni alla Cooperativa Frassati, che si è aggiudicata la gara pubblica e riceverà un contributo fino a 300mila euro per l’arredamento. Il collaudo tecnico-amministrativo si concluderà entro fine ottobre 2025, dopodiché partiranno le ultime fasi di allestimento e arredamento.
Un nuovo modello di abitare condiviso
Il co-housing Vagnone punta a rispondere al crescente disagio abitativo con una proposta di convivenza solidale e intergenerazionale, in cui diverse fasce della popolazione possano vivere insieme in un ambiente collaborativo e sicuro.
"Siamo riusciti ad avviare e concludere con successo la procedura di assegnazione di questo immobile che ospiterà attività di accoglienza e inclusione sociale - ha dichiarato l’assessore ai Servizi sociali della Città di Torino, Jacopo Rosatelli - Ma sarà anche un’opportunità, in una logica di mix sociale, per tutti gli abitanti che ne avranno bisogno, non solo per chi vive un’emergenza".
"Convivenza responsabile"
All’interno del complesso saranno presenti spazi comuni per favorire la socialità e la collaborazione: una cucina condivisa da 15 metri quadrati, un salone pluriuso da 85 metri quadrati, una seconda sala da 37 metri quadrati e un ampio terrazzo con area verde per attività e momenti di aggregazione all’aperto.
"Il nostro obiettivo è promuovere una convivenza responsabile - ha aggiunto Elisa Masiero, direttrice di funzione della Coop Frassati -. Le persone dovranno essere partecipi della gestione degli spazi e firmare un patto di coabitazione che stabilirà diritti e doveri condivisi". Nel co-housing non è previsto un presidio h24, ma saranno presenti operatori di riferimento per il monitoraggio dei progetti e delle relazioni tra gli ospiti.
"Importante il coinvolgimento degli abitanti nel progetto affinché il co-housing sia vissuto nella maniera più giusta e funzionale al territorio" ha precisato il coordinatore Sanita della 4, Gianvito Pontrandolfo.
Le polemiche nel quartiere
In commissione, tuttavia, non sono mancate polemiche da parte di alcuni residenti e consiglieri della Circoscrizione 4, che hanno sollevato dubbi sulla sicurezza, sulla gestione della convivenza e sui danni agli edifici limitrofi.
“Da sei anni segnaliamo problemi e danni ai nostri stabili. Nulla è stato restituito al quartiere. Servirebbero, invece, spazi per i giovani e una biblioteca” ha commentato Valentina Caputo, residente.
Critiche anche dai banchi dell’opposizione. Il consigliere Luca Maggia (Fdi) ha espresso perplessità sui criteri di selezione degli ospiti e sulla reale capacità di garantire un’inclusione equilibrata: "Non vogliamo essere prevenuti, ma è doveroso chiedere come si riuscirà a far convivere tipologie di persone così diverse, in un contesto già fragile come quello di San Donato".
Sulla stessa linea il capogruppo della Lega, Carlo Morando, che ha aggiunto: "Le criticità espresse dai residenti sono rimaste inascoltate. Verificheremo che le locazioni siano coerenti con quanto previsto dal bando".
A rassicurare gli animi è intervenuto nuovamente l’assessore Rosatelli. "Voglio fugare ogni dubbio. Si tratta di persone che accoglieremo a braccia aperte, e non credo che San Donato debba temerle. Anzi, troveranno in via Vagnone un luogo più sicuro della loro stessa casa".