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Sanità | 18 novembre 2025, 15:10

L'antibiotico-resistenza farà più vittime del cancro: sfida urgente, Torino raduna gli esperti

Un gruppo multidisciplinare, da veterinari a medici, per creare un modello replicabile anche altrove. L'Italia è il paese con il più alto tasso di decessi in Europa a causa di infezioni resistenti agli antimicrobici

Foto di Roberto Sorin - tramite Unsplash

Foto di Roberto Sorin - tramite Unsplash

Se non si cambia rotta nel 2050 l’antibiotico-resistenza potrebbe causare più morti del cancro. Non è uno scenario apocalittico, ma una stima realistica basata su un recente studio pubblicato da The Lancet, secondo cui potrebbero essere fino a 39 milioni le vittime in tutto il mondo a causa di infezioni resistenti agli antibiotici. 

La pandemia ha quadruplicato il rischio

Nel 2015, appena un decennio fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevedeva che i decessi legati a uso improprio di antimicrobici sarebbero arrivati ad essere 10 milioni a metà dell'attuale secolo. Dopo la pandemia da Covid, con l’innalzamento dell’utilizzo di farmaci, il dato è quadruplicato. Se non è emergenza poco ci manca specie se si rapporta, per esempio, al numero di morti dovute a altre infezioni, come quelle da Sars-Cov-2: 8 milioni.

A 80 anni dal premio Nobel a Fleming

La strada è in salita e c’è ancora molto da fare. Giusto parlarne a 80 anni dalla consegna del premio Nobel a Alexander Fleming che con la scoperta della penicillina rivoluzionò la cura per le infezioni batteriche salvando milioni di vite. Giusto parlarne oggi, nella giornata europea che sensibilizza sull’uso consapevole degli antibiotici e che apre, in Piemonte, una settimana di dibattiti sul tema. A Torino si prova a farlo con azioni concrete e un cambio di paradigma nel solco della salute circolare. 

Il progetto di Asl e Compagnia San Paolo 

L’iniziativa congiunta promossa dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e Asl Città di Torino, con il patrocinio della Regione Piemonte, va in questa direzione. Il titolo è indicativo: “L’antibiotico si cura. La natura ha creato gli antibiotici, la scienza li ha scoperti. Ora tocca a noi preservarne l’efficacia”. Così è stato formato un gruppo multidisciplinare in grado di definire priorità, strumenti operativi e modalità di intervento.  La supervisione è in mano a una “star” del mondo scientifico: la dottoressa Ilaria Capua. 

L'approccio della Salute Circolare

“Un approccio innovativo - ha spiegato la nota infettivologa e Senior Fellow of Global Health presso la John Hopkins University SAIS Europe  - abbiamo finalmente tutte le categorie che sono coinvolte: medici, veterinari, farmacisti, infermieri, odontoiatri… che per la prima volta si trovano attorno a un tavolo con l’idea di affrontare il problema in maniera multidisciplinare. Un qualcosa di cui c’è un bisogno disperato. Pensiamo, ad esempio, alle infezioni ospedaliere che sono difficilmente curabili”.

Un modello, è l’auspicio, replicabile in altri contesti. I prossimi step prevedono attività mirate rivolte ai professionisti sanitari, con strumenti per rafforzare l’appropriatezza prescrittiva, monitoraggio su specifiche classi di antimicrobici e indagini dedicate. Non mancherà l’aspetto comunicativo con campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza. 

“Si tratta di una delle sfide più urgenti della sanità pubblica - è il commento di Marco Gilli, presidente di Fondazione Compagni di San Paolo - nel quadro del piano strategico 2025-2028 promuoveremo partenariati capaci di integrare prevenzione, sostenibilità e condivisione delle conoscenza”. “La nostra missione è chiara - ha aggiunto Carlo Picco, direttore generale dell’Asl di Torino - promuovere un uso consapevole e appropriato degli antibiotici. La loro efficacia è un bene prezioso e non negoziabile”.

“Una sfida complessa che richiede uno sforzo congiunto da parte delle istituzioni, dei medici, dei ricercatori ed una adeguata consapevolezza da parte dei cittadini”, sostengono il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi

L'Italia il paese più colpito 

In Europa l’Italia detiene un primato negativo. Si contano 12.000 decessi l’anno su 35.000 complessivi a livello europeo legati ad antibiotico-resistenza. In soldoni più del 30% delle vittime europee avviene nel nostro paese. Il Piemonte non fa eccezione nonostante gli ultimissimi dati segnino un timido miglioramento. 

A livello nazionale c’è stato un calo del consumo di antibiotici di appena l’1,30%. Ma nel Nord Italia, al contrario, è aumentato dell’1,20%. In questa statistica il dato del Piemonte è invariato rispetto allo scorso anno. Andando nello specifico dei prodotti somministrati nel 2024, se da un lato cala l’utilizzo di fluorurochinoloni (-10%) continuano ad aumentare le dosi somministrate di carbapenemi (+12%). Entrambi sono antibiotici ad ampio spettro, ovvero efficaci su una vasta gamma di batteri, spesso considerati l'ultima linea di difesa contro infezioni gravi. Ma la resistenza rischia di inficiarne in molti casi l'effetto. 

Daniele Caponnetto

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