Giulia Cecchettin, Ilaria Sula, Teresa Stabile. Poi gli slogan "Uomo morto non stupra", "Ci vogliamo vive". Ed attacchi alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Sono questi alcuni dei graffiti comparsi sui portici di piazza Vittorio Veneto lo scorso 25 novembre, durante il corteo di Non Una di Meno.
Mentre al microfono una manifestante leggeva i nomi delle vittime di femminicidio, altre con il volto nascosto dietro bandane o mascherine scrivevano con la vernice quegli stessi nomi sui muri interni ed esterni del colonnato. Ed i commercianti hanno chiesto un aiuto al Comune di Torino per ripulire il porticato.
Appello dei commercianti
Un appello riportato questa mattina al sindaco Stefano Lo Russo, ospite ai microfoni di ToRadio. "Alla macchina comunale - ha replicato il primo cittadino - ho dato l'obiettivo di elaborare per il 2026 un piano di pulizia dei graffiti in città. L'idea è di fare un piano di ripulitura sugli immobili pubblici e, parallelamente, coinvolgere privati e cittadini che possono contribuire a fare la differenza".
Il commento
E sulla manifestazione di Non Una di Meno, il sindaco ha aggiunto: "è un grande errore graffittare con il nome delle vittime femminicidio i portici di piazza Vittorio, perché comporta un esborso economico per la pulizia". "Se quei soldi - ha aggiunto - li avessimo investiti in politiche attive al contrasto della violenza genere sarebbe stato meglio".
"Anche quando le cause sono nobili e condivise, come in questo caso, i vandalismi sporcano le dinamiche di una corretta manifestazione pubblica", ha concluso.
















