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Nuove Note | 10 febbraio 2019, 15:26

Rossana De Pace e la sua musica che esorcizza i sentimenti negativi

Scrive la sua prima canzone a 15 anni perché ne sentiva il bisogno. Poi ascoltando un verso di Renzo Rubino scopre che le piace anche cantare

Rossana De Pace e la sua musica che esorcizza i sentimenti negativi

Scrive la sua prima canzone a 15 anni perché ne sentiva il bisogno. Poi ascoltando un verso di Renzo Rubino scopre che le piace anche cantare. Così dopo il diploma si iscrive al Conservatorio di Pescara. Questa una parte della storia in musica di Rossana De Pace, che continua tra i palchi di diversi contest musicali nei quali emerge brillantemente. Le sue canzoni sono in parte anche sfoghi alla rabbia o alla tristezza, che la musica esorcizza. Adesso gira per i locali torinesi per far conoscere la sua musica.  

Ti avvicini alla musica da piccola e a 15 anni scrivi la tua prima canzone, cosa ti ha spinto a farlo?

Esigenza. Sono sempre stata una bimba timidissima a cui piaceva osservare ed essere trasparente. Se mi dicevano che i capelli sciolti mi stavano bene, ero una di quelle che se li legava subito! Avevo bisogno di parlare con qualcuno, così vergognandomi di andare a fondo con le persone, ho iniziato a farlo con il foglio e così con me stessa, riuscendo a farmi “terapia” da sola rileggendomi e risolvere i miei problemi sociali. Poi mi piaceva anche cantare, così mi è venuto in mente di unire le cose quando ho sentito un verso di Renzo Rubino quando ancora non era famoso. Pensai che fosse così bello che volevo provare anche io a creare negli altri la sensazione che quel verso aveva acceso in me.

Cosa ispira la scrittura dei tuoi testi?

Storie di vita vera. In genere sono sfoghi, scrivo molto per rabbia e tristezza per esorcizzarla, ma con un’energia risolutiva, sempre! Sono sfacciatamente ottimista. Credo che le cose più belle sono quelle sincere, che hai compreso sul serio, che quando scrivi ti vergogni di cantare. Quando smetti di nasconderti dietro le righe, hai vinto.

Nasce prima il giro di chitarra o prima la frase?

Al 90% la frase, però scrivo già in metrica immaginandomi un ritmo, in modo che i versi siano già musicali. Però mi è capitato che avessi un riff che ha ispirato il pezzo su cui ho messo le parole, ma molto meno. Ho bisogno di partire da un messaggio e per ora ci riesco meglio con i testi che con le melodie, a mio parere, ma sto sperimentando.

Hai partecipato a diversi contest musicali vincendo, cosa significa giocarsi tutto su un palco davanti a dei giudici?

La mia unica preoccupazione in questi casi è riuscire a starci dentro, a non far vincere l’emozione, ma usarla per emozionarmi. Sapendo di aver dato il massimo sto bene con me stessa. Forse all’inizio avevo paura di espormi, ma con il tempo ho acquistato sicurezza. Mi sono accettata, ho compreso le mie potenzialità e mi presento così come sono, piaccia o non piaccia. Poi la musica è bellissima perchè è tremendamente soggettiva, quindi non c’è motivo di preoccuparsi, non piaceremo mai a tutti, ma ci sarà sempre qualcuno a cui arriva qualcosa, se sei sincero in quello che fai.

A quando un Ep/disco?

Ho una demo di sei pezzi che inviando a diverse etichette, ma per ora da quel punto di vista sono in attesa di risposte. Intanto voglio suonare il più possibile, perchè oltre al fatto che è la cosa che mi piace di più, serve pure a capire la dimensione giusta da costruire nei live.

Hai lasciato la tua terra per portare la musica in giro per l’Italia. Scelta coraggiosa, forse troppo?

Mai troppo se è quello di cui hai bisogno. Sono andata via di casa dopo il liceo per studiare in conservatorio a Pescara e una volta che vai via non puoi tornare, almeno non a casa con i tuoi. Dopo la laurea, a luglio 2018, volevo provare a capire cosa significasse dedicare tutte le energie in quello in cui si crede e perché la gente si lamenti della vita, delle dinamiche del lavoro e cose così. Allora mi sono trasferita a Torino, ho cercato un lavoro, una casa, ho messo su un gruppo e sto suonando un bel po’. Forse sono stata fortunata, tanto che non ho ancora capito perché la gente si lamenta.

La tua Torino musicale e non.

A Torino ci sono venuta la prima volta due anni fa per un contest per cantautori organizzato da Sirianni e Ferracane. Lo feci perché sentivo un richiamo verso questa città e trovai la scusa per viverla un po’. Giusta intuizione. Me ne sono innamorata. Ha delle vibrazioni vive, un forte senso di libertà e della bella fauna umana! Così a Settembre dovendo scegliere quale città vivere per provare a combinare qualcosa non ho avuto dubbi! Ho scritto anche un pezzo dedicato alla città e al Po, che non mi fa sentire troppo la mancanza del mare. Ad ottobre ho messo su un open mic per cantautori al Margò in Vanchiglia, dove abito, che è diventato un piccolo punto di riferimento per chi vuole uno spazio per portare le proprie canzoni. Lo facciamo due giovedì al mese alternandoci con Pescara, dove ci sono dei miei amici che lo dirigono, si chiama “Suonacele!” e mi ha permesso di conoscere tante belle persone qui a Torino e farmi molti amici con cui condividiamo parole e musica. A Torino si suona un bel po’, è una città per fare “palestra” di live, dove i ragazzi sanno ascoltare e dove non ci stai solo per le opportunità, ma perché ti piace viverci.

News, live in programma, appuntamenti.

L’appuntamento più vicino di cui sono orgogliosa ed emozionata, sarà l’apertura del concerto di Renzo Rubino all’Off Topic il 15 febbraio! Sì, proprio lui e leggendo la prima domanda si capisce il motivo di tanta contentezza! Adesso che sto lavorando per far diventare questo un mestiere, la sua figura torna, come quando ho iniziato. Per il resto, come dicevo, aspetto delle risposte che arriveranno dopo la baraonda sanremese e da lì avrò il quadro chiaro per poter fare alcune valutazioni importanti! Intanto potete beccarmi al Margò, ogni due giovedì al mese, il prossimo appuntamento il 21 febbraio!

Info: https://www.facebook.com/paceEmusica/ 

Federica Monello

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