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Economia e lavoro | 26 aprile 2019, 06:15

Come richiedere un prestito inpdap

Avete dedicato buona parte della vostra vita al settore pubblico ed avete bisogno di una somma di denaro?

Come richiedere un prestito inpdap

Avete dedicato buona parte della vostra vita al settore pubblico ed avete bisogno di una somma di denaro? Avete trovato l’articolo che fa per voi. Oggi infatti ci occuperemo di spiegarvi come richiedere un prestito inpdap e quindi ci rivolgeremo a tutti coloro che hanno ricevuto previdenza ed altri servizi da parte dell’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica. Poco importa che vogliate chiedere un prestito per regalarvi il viaggio a cui avete sempre rinunciato piuttosto che per ristrutturare la casa dei vostri figli; a dire il vero, poco importa che si tratti di spese in qualche maniera necessarie o rese tali da situazioni contingenti, o se invece si tratti di una somma da destinarsi esclusivamente al piacere, o magari alla realizzazione di nuovi sogni professionali. Nei capoversi che seguono proveremo a dirvi tutto quello che c’è da sapere per portare a buon fine la pratica di richiesta di prestito, tenendo conto delle principali riforme del sistema provvidenziale, visto che, come probabilmente sapete già, oggi l’INPS (acronimo che sta per Istituto Nazionale della previdenza sociale, ovvero il principale ente previdenziale del sistema pensionistico in Italia) ha inglobato l’INPDAP, cambiando le carte in tavola almeno in parte.

PICCOLI PRESTITI E PRESTITI PLURIENNALI

Iniziamo col chiarire che esistono diverse macro-categorie di prestiti ex INPDAP, ovvero di prestiti destinati a dipendenti del settore pubblico. Il primo è il cosiddetto “Piccolo Prestito INPS”, ovvero un prestito che consente di chiedere un importo che equivalga ad un massimo di quattro mensilità del proprio stipendio (o della propria pensione) e che può venire rimborsato in un numero di rate che verrà concordato: si parla di prestito annuale qualora le rate siano 12, di prestito biennale qualora siano 24, di prestito triennale qualora siano 36 e di prestito b qualora siano 48. Il Piccolo Prestito INPS prevede un tasso di interesse nominale annuo he corrisponde a circa il 4,25% della somma richiesta, a cui vanno però aggiunte anche le spese di amministrazione, che di solito corrispondono allo 0,50% della cifra richiesta. La seconda macro-categoria di prestito ex INPDAP di cui ci occuperemo è invece il cosiddetto “Prestito Pluriennale Diretto”, che richiede il rispetto di requisiti più ristretti da parte di tutti coloro che vi vogliono aderire: gli iscritti devono ad esempio avere almeno quattro anni di anzianità di servizio validi per la pensione e quattro anni di contributi versati alla predetta Gestione Unitaria (gli altri requisiti sono tutti consultabili sul sito ufficiale dell’INPS). Il Prestito Pluriennale Diretto può avere durata quinquennale ed anche decennale, a patto che le rate mensili non siano mai superiori ad un quinto dello stipendio del richiedente, o della sua pensione. Il tasso di interesse nominale annuo di questi prestiti corrisponde al 3,50% della somma richiesta, mentre le spese di amministrazione ammontano sempre allo 0,50%

PRESTITI GARANTITI

Chiudiamo con i cosiddetti “Prestiti Garantiti”, ovvero quei prestiti in cui l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale funge da Garante. Si tratta di prestiti particolarmente vantaggiosi, visto che coprono diversi rischi tra cui il decesso dell’iscritto prima dell’estinzione della cessione, o anche la cessazione del diritto senza il diritto alla pensione e riduzione dello stipendio di chi cede. Il richiedente anche in questo caso può restituire la somma in cinque o in dieci anni, per un totale di 60 o 120 rate, con interessi diversirispetto alle macro-categorie di cui ci siamo occupati in precedenza. I Prestiti Garantiti prevedono infatti spese di amministrazione dell’istituto di credito mutuante ed un’aliquota dello 0,50% atta a coprire le spese di amministrazione dell’INPS. A ciò va aggiunto un premio compensativo che va versato proprio all’INPS per rischio insolvenza che viene identificato nell’1,5% della somma richiesta in caso di prestito quinquennale e nel 3% della somma richiesta in caso di prestito decennale

 

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