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Economia e lavoro | 14 maggio 2019, 13:03

Elezioni regionali, i sindacati scrivono ai candidati presidenti: "Fare sistema per uscire dalla crisi" [VIDEO]

L'allarme di Cigl, Cisl e Uil: "Il triangolo industriale si sposta verso Milano, Bologna e Treviso"

Elezioni regionali, i sindacati scrivono ai candidati presidenti: "Fare sistema per uscire dalla crisi" [VIDEO]

Un documento condiviso da Cisl, Cgil e Uil, contenente riflessioni e proposte per il lavoro e lo sviluppo del Piemonte, indirizzato ai candidati alla presidenza della Regione. Il testo, presentato stamattina a Torino, presenta una serie di dati che fotografano il quadro economico del Piemonte, dove la distribuzione complessiva degli occupati nei tre settori tradizionali rileva che 60.000 persone lavorano in agricoltura (3,3% del totale), 571.000 nell'industria (31,2%) e 1.201.000 nei servizi (65,5%). Il Pil regionale è in leggera ripresa ma ancora inferiore di quasi 7 punti percentuali rispetto al 2008.

Il reddito pro-capite è, invece, sceso a 30.342 euro, il più basso fra le regioni del nord. "Questi dati - si legge nel documento - confermano che la nostra Regione arretra e che il triangolo industriale si sposta verso Milano, Bologna, Treviso". Il Piemonte resta comunque la quarta regione esportatrice, con un'incidenza del 10,4% sul dato nazionale. Più difficile la condizione delle imprese che producono beni e servizi destinati al mercato nazionale, che continuano a manifestare forti difficoltà di crescita. 

Per quanto concerne la situazione occupazionale, tra il 2008 e il 2018 gli occupati sono scesi di 29.000 unità, con il settore delle costruzioni e dell'indotto che risulta il piú colpito. Nel 2018 la disoccupazione è stata dell’8,2% rispetto a una media del nord Italia pari al 6,6%. Preoccupa soprattutto il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che nell'ultimo anno si è attestato al 30%, contro una media delle regioni del nord Italia del 22,1%. Il dato peggiora a Torino, raggiungendo il 32,9%, secondo peggior risultato tra i capoluoghi di regione del Nord Italia, dopo Genova (39,6%). Il documento si sofferma anche sul welfare e sul sistema di protezione sociale, riprendendo i risultati di una recente indagine condotta dall’arcidiocesi di Torino, secondo cui in Piemonte versano in povertà assoluta 292.000 persone, il 6,7% degli abitanti. Tra questi, i giovani dai 18 ai 34 anni sono ben 67.000, il 10,4% del totale (erano l’1,9% nel 2007). Grave anche l'emergenza abitativa, con oltre 50.000 sfratti per morosità incolpevole.

"Per questo occorre rilanciare l’edilizia sociale - affermando i sindacati - che non può essere solo quella delle Atc, ma va supportata da fondi destinati al recupero degli edifici dismessi, in un quadro di recupero del patrimonio abitativo e di rispetto del consumo di suolo. In questo ambito il ruolo della Regione riveste una grande importanza in termini di coordinamento, di interlocuzione istituzionale e di aiuto ai Comuni"

Altro dato su cui riflettere è relativo all'età media della popolazione piemontese, sempre più anziana e in diminuzione. L'indice di vecchiaia attesta che per ogni 100 giovani con meno di 15 anni ci sono 190 abitanti con più di 64 anni, mentre continua a diminuire l’indice di fertilità, giunto a un livello inferiore a quello necessario a garantire il ricambio generazionale.

Una popolazione anziana necessita di un sistema sanitario efficiente. Per questo motivo i sindacati ritengono indispensabile "intervenire per ridurre i tempi di attesa per la diagnostica strumentale, la specialistica e i ricoveri ordinari" e "realizzare, dopo la revisione della rete ospedaliera, una solida rete territoriale dei servizi, che veda al centro i distretti, sedi dell’integrazione sociosanitaria, e le Case della Salute". E ancora, occorre "aumentare l’offerta di cura, assistenza e strutture per le persone non autosufficienti".

Non manca il focus sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, dove nei primi due mesi del 2019 si sono giá registrate 11 vittime. Nello stesso periodo sono stati denunciati all’Inail 8.013 infortuni sul lavoro, contro i 7.500 segnalati nei primi due mesi del 2018.

"Le denunce di malattie professionali sono state 334, contro le 320 dello scorso anno. Pertanto la salute e la sicurezza sul lavoro va inserita all’interno del Piano sanitario regionale, investendo risorse e intelligenze, affinché il Piemonte possa diventare un’eccellenza nella prevenzione e nella sicurezza nei luoghi di lavoro".

Nella ricetta dei sindacati per rilanciare il Piemonte, figurano anche le politiche attive e il sostegno al reddito. Cgil, Cisl.e Uil ribadiscono, inoltre, la rilevanza del settore automotive "il più importante comparto industriale italiano per gli effetti sull’export, caratterizzato da profondi cambiamenti, incertezze e nuove potenzialità. L’importanza di questo settore per l’economia e l’occupazione piemontese - si legge - richiede una particolare attenzione da parte delle istituzioni e l’apertura di una interlocuzione specifica con Fca sulle strategie future, con il coinvolgimento delle istituzioni locali, delle aziende della filiera, delle parti sociali".

In definitiva, per i sindacati "è necessario unire le forze e fare sistema. La nuova amministrazione regionale dovrà rispettare e valorizzare gli accordi e i protocolli firmati con Cgil, Cisl e Uil su sanità, socio assistenziale, mercato del lavoro, commissione tripartita, sicurezza del lavoro, politiche di genere e lotta alla violenza sulle donne, regolamentazione degli appalti, lavoro regolare in agricoltura".

"Dopo la grande crisi del 2008 il Piemonte non si è mai completamente ripreso - ha detto a margine dell'incontro il segretario generale della Uil Piemonte Gianni Cortese - in questo documento abbiamo analizzato i vari settori produttivi, cercando di dare indicazioni utili ai candidati affinché, nel rispetto dei ruoli, si possa fare sistema e rilanciare l'economia regionale". Per il segretario Cgil Pier Massimo Pozzi "la crisi dell'automotive, in particolare, ha messo in difficoltá la nostra regione, servono investimenti e politiche sociali capaci di fronteggiare questa situazione". Il segretario Cisl Alessio Ferraris aggiunge che "biisogna sbloccare i cantieri, garantire maggiore sicurezza sul lavoro, utilizzare in modo sinergico i fondi strutturali europei spendendoli bene. E non dimentichiamo l'assetto idrogeologico del Piemonte, attraversato da molti fiumi che spesso creano criticitá. Credo sia meglio prevenire che ristrutturare dopo".

Marco Panzarella

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