Chiudere il primo tratto della pista Baden Powell, eliminando inoltre la siepe. Sono questi alcuni degli interventi, annunciati dall’assessore all’Ambiente Alberto Unia in Sala Rossa in risposta all’interpellanza del capogruppo dei Moderati Silvio Magliano, che Palazzo Civico intende mettere in campo per contrastare il degrado della ciclabile inaccessibile da diverso tempo.
Il percorso, che costeggia la Dora Riparia dietro all'ospedale Amedeo Di Savoia unendo Corso Svizzera a Corso Umbria, si è infatti trasformato in rifugio per tossicodipendenti, che approfittano dello stato di abbandono per consumare sostanze stupefacenti, lasciando un tappeto di siringhe usate e rifiuti.
Unia ha spiegato come “attualmente sono in corso i lavori, che saranno completati entro giugno, per la ciclovia alternativa all’attuale tracciato”. “È stato effettuato -ha aggiunto - un intervento straordinario di sfalcio rami e sono stati collocati lucchetti alle porte. La pista è correttamente illuminata, come da piano regolatore: l’ipotesi di un nuovo punto luce all’ingresso della ciclabile non fungerebbe da deterrente, dal momento che gli interventi di pulizia sono bisettimanali ed effettuati manualmente”.
L’assessore all’Ambiente ha poi spiegato che il fenomeno dello spaccio viene monitorato dalla Municipale, che interviene in flagranza di reato.
“La Giunta – ha replicato il capogruppo dei Moderati Silvio Magliano - preferisce predisporre una ciclopista alternativa a quella esistente, piuttosto che provare a risolvere i problemi relativi a droga e degrado”.
“A questo punto, - ha aggiunto Magliano - si elimini definitivamente l'attuale percorso ciclabile. Quel luogo di degrado e sporcizia diventi, a tutti gli effetti, un non luogo: togliamo panchine, siepi, staccionate, luci e arredi urbani”. “Sarebbe più onesto, anche alla luce dei 340mila euro spesi in questo progetto, ammettere la sconfitta politica” conclude il consigliere di minoranza.