I tifosi attendono il suo arrivo all'esterno della trattoria "Croce d'Oro", a Mondovì, nel rione Sant'Anna Avagnina. Fra di loro, c'è chi ricorda i suoi colpi di testa a filo d'erba e chi, addirittura, ha avuto l'onore (e l'onere) di marcarlo (o quantomeno provarci) in amichevole.
Pochi minuti dopo mezzogiorno, il pullmino organizzato dal Torino Club Mondovì raggiunge il locale e i presenti si stropicciano gli occhi, quasi a voler essere sicuri che quella di fronte a loro non sia una visione. No, è tutto vero: è proprio Paolo (all'anagrafe Paolino) Pulici.
Dopo alcune richieste di selfie e autografi, l'ex attaccante che ha fatto le fortune del Torino, con cui vanta 172 reti in circa 400 presenze (record nella storia del club) e il leggendario scudetto agguantato nella stagione 1975/1976, si rende disponibile per una breve intervista, che vi riportiamo di seguito.
Paolo Pulici, il "suo" Toro sta vivendo un avvio stagionale difficile. Quale può essere la medicina per far guarire i granata? Forse il ritorno di Andrea Belotti, reduce da un infortunio e rientrato in gruppo giovedì?
"Mi auguro che Belotti stia bene e possa tornare presto a giocare, timbrando il cartellino con la medesima frequenza dell'anno scorso, anche perché, fondamentalmente, in questo momento vediamo la squadra giocare discretamente senza però arrivare a concludere e nel calcio, purtroppo, vince chi segna più goal, non chi tiene più a lungo il pallone. Il possesso palla nel football moderno è importante, ma ai miei tempi non lo era, anzi: veniva chiamato "melina" e rappresentava una perdita di tempo. Comunque, il Torino deve riuscire a recuperare la tranquillità necessaria per poter vincere, fare punti e tornare nella classifica che gli compete".
Il "Gallo" Belotti può essere la medicina anche per la Nazionale di Giampiero Ventura, che a novembre si giocherà l'accesso ai Mondiali di Russia 2018 in una doppia sfida contro la Svezia?
"Se Belotti recupera dall'infortunio e torna subito a fare bene con la maglia granata, allora con la Nazionale formerà un binomio perfetto in vista del duplice impegno contro gli scandinavi. Un bomber come lui, capace di dare un grandissimo aiuto alla squadra, deve essere in condizione per giocare bene".
Un'ultima battuta sul Monregalese: conosce il territorio?
"Stiamo parlando di una zona veramente molto bella, a cui la mia presenza non aggiunge nulla (sorride, ndr)! Sono stato a Vicoforte parecchi anni fa, nel 2001 se non ricordo male. Inoltre, conosco bene quest'area perché con il Toro vi disputavamo alcune partite amichevoli, di cui i tifosi si ricordano alla perfezione! Proprio adesso uno di loro mi ha confessato di aver giocato contro di me in una di quelle gare. Sono soddisfazioni bellissime".
Ieri "Puliciclone" e signora sono stati accompagnati da Claudia Forzano, leader del Torino Club Mondovì, in un tour che ha toccato la cappella di Santa Croce, la chiesa di San Fiorenzo di Bastia Mondovì e la cupola del Santuario di Vicoforte, con relativa ascesa. Oggi, invece, visita alle Grotte dei Dossi a Villanova Mondovì.