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Sport | 06 dicembre 2017, 09:55

Ivrea, la scuola Holden racconta i Canestri "senza rete"

La collaborazione tra narratori e piccoli atleti in coincidenza con il Torneo internazionale di pallacanestro e solidarietà per Under 14

Immagini gentilmente concesse da Alessandro Franzetti

Immagini gentilmente concesse da Alessandro Franzetti

Il 5 dicembre è stata presentata a Ivrea la XVIII edizione di Canestri Senza Reti, Torneo Internazionale di Pallacanestro e Solidarietà per ragazzi Under 14. 

Durante l’incontro sono intervenuti Mauro Berruto, ex Ct della nazionale italiana maschile di volley e oggi AD della Scuola Holden di Torino, e lo scrittore Emiliano Poddi, che oltre ad essersi diplomato alla Holden è oggi anche uno dei suoi insegnanti. Insieme all’Associazione Lettera 22, che dal 2001 organizza Canestri Senza Reti, Berruto e Poddi hanno annunciato ufficialmente la collaborazione tra il Torneo e la scuola di Storytelling & Performing Arts fondata venticinque anni fa da Alessandro Baricco.

Canestri Senza Reti si svolge ogni anno a Ivrea dal 27 al 30 dicembre, coinvolgendo sedici squadre: oltre duecento ragazzi arrivano da tutta Italia, dalla ex Jugoslavia e da molti altri Paesi europei non solo per giocare a basket, ma perché lo spirito che si respira in questo torneo (sia in campo che fuori) è talmente unico che merita di essere raccontato.

Ecco perché da quest’anno la Scuola Holden ha deciso di collaborare con Canestri Senza Reti e metterà in gioco una sua squadra speciale, formata da ragazzi già diplomati e da studenti ancora in corso, che racconterà il Torneo attraverso reportage, video, podcast e storie brevi.

Da sedici anni sui campi di basket di Ivrea si intrecciano sogni, amicizie, momenti memorabili – come la prima finale del Torneo nel 2001, in cui si sfidarono le squadre di Kragujevac e di Mostar: una cosa impensabile solo pochi mesi prima, durante la guerra. Come scrive Poddi, le ragioni per raccontare questo Torneo sono decine e gli intrecci tra le storie dei giocatori e quelle dei ragazzi della Holden che dovranno raccontarle sono altrettanto numerosi; ma la motivazione più bella è forse questa: “E' incredibile quante cose abbiano in comune basket e narrazione. Perché, tanto per dirne una, sia il basket sia la narrazione tendono al cielo.

r.g.

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