Anche i militanti di Casa Pound dicono la loro sul caso Embraco, lo stabilimento di Riva di Chieri ormai a fortissimo rischio chiusura. Nella notte, è stato appeso al cancello dell'azienda uno striscione con la scritta "Occupiamo la fabbrica". "Questo polo industriale, vanto per tutto il territorio, non può chiudere così. Qui ci sono operai qualificati e volenterosi che possono mandare avanti l'azienda anche senza la Whirlpool e la Embraco", dicono gli esponenti di estrema destra.
Ma nel giro di poche ore - oltre al fatto che lo striscione è stato strappato e tolto dai lavoratori stessi - arriva la replica di una delle forze sindacali che da sempre sta seguendo la questione dei lavoratori: la Uilm, sigla dei metalmeccanici di Uil. "La difficile situazione della Embraco non ha colore politico e la condizione dei 537 lavoratori non deve essere strumentalizzata per obiettivi diversi dalla salvaguardia del lavoro - dichiara Dario Basso, segretario della Uilm di Torino -. Comprendiamo che le elezioni catalizzano il desiderio di apparire di tutte le forze politiche, ma il nostro obiettivo è quello di dare continuità all’azione che, con le istituzioni e con il coinvolgimento dei lavoratori, abbiamo messo in atto negli ultimi mesi. Le azioni estreme, come l’occupazione di una fabbrica, non possono e non devono essere suggerite da alcuna formazione politica".
"L'avvicinarsi della scadenza elettorale alimenta lo sciacallaggio, da parte di chi in tutti questi mesi non si è accorto dei lavoratori dell'Embraco - hanno detto Federico Bellono e Lino Lamendola della Fiom Torino - Davvero non c'è limite alla decenza. Soffiare sul fuoco della disperazione è l'ultima cosa che ci serve in una vertenza difficilissima che non si concluderà con il 4 di marzo".














