L’Università di Torino è leader italiano del progetto CAPuS - Conservation of Art in Public Spaces - che coinvolge in tutta Europa 7 università, 4 aziende, 1 associazione, 1 museo, 1 centro di ricerca e 2 Comuni. In tutto 16 partner europei, situati in Italia, Germania, Croazia, Polonia e Spagna, più un’azienda con sede in un Paese extraeuropeo, gli Stati Uniti.
Il progetto, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Erasmus+ “Alleanze per la Conoscenza”, mira a definire un protocollo conservativo innovativo per l’arte urbana, che è sempre più strumento per la rigenerazione delle nostre città. Tra rappresentazioni spontanee commissionate, queste contemporanee manifestazioni artistiche stanno acquisendo spazi sempre più rilevanti nelle aree urbane. A causa della loro stessa natura e dell’esposizione esterna le opere sono maggiormente esposte al degrado e presentano problematiche conservative peculiari.
Il programma vedrà impegnate le aziende, le università e i restauratori e gli artisti e si articolerà nella mappatura del degrado, nell’identificazione di prodotti idonei o di altre metodologie conservative (come la creazione di archivi digitali), per arrivare a stabilire un protocollo operativo applicabile a livello internazionale. È prevista inoltre la stesura di un modulo didattico da inserire nei curricula accademici. Gli studenti saranno attivamente coinvolti nelle attività progettuali grazie a tirocini presso le imprese partner. Al termine del progetto è prevista l’attivazione di un master universitario internazionale sul tema.
Il partenariato italiano coinvolge realtà diverse ma al contempo complementari tra loro: l’Università di Torino, leader di progetto, si occuperà di coordinare tutti e 17 i partner e di gestire il milione di euro di finanziamento, di cui a Torino spettano 107.000 euro circa. L’associazione Cesmar7 - Centro per lo Studio dei Materiali per il Restauro (Reggio Emilia) - sarà coinvolta attivamente sia nell’analisi dei processi di alterazione che nella fase di test sui prodotti selezionati, nonché nella messa a punto delle metodiche di intervento o di altre strategie conservative. CESMAR7 sarà anche responsabile della comunicazione di progetto.
Sarà coinvolto inoltre il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, che insieme a UniTo seguirà la parte analitica di caratterizzazione dei materiali delle opere, si occuperà di selezionare i materiali di restauro in esame e parteciperà attivamente alla creazione di un modulo formativo di livello universitario sulla conservazione dell’arte urbana. Come rappresentante delle aziende, fondamentale presenza per l’alleanza, è stata inserita An.t.a.res, ditta di prodotti per il restauro che lavorerà per identificare i materiali più idonei per i trattamenti proposti. Completano il gruppo italiano l’Università di Parma, che si occuperà del monitoraggio della qualità, e Medhiartis, agenzia di comunicazione che curerà l’identità visiva e gestirà i social. Sono poi partner associati il Comune di Reggio Emilia e il Comune di Torino che collaboreranno all’identificazione e alla valorizzazione delle opere individuate per la sperimentazione.
“Il progetto CAPuS - dichiara Dominique Scalarone, docente di Materiali per la Conservazione ed il Restauro presso l’Università di Torino e Project Manager dell’intero progetto – rappresenta un’occasione unica per affrontare in modo organico, multidisciplinare e innovativo la questione aperta della conservazione dell’arte urbana. Partendo dalla creazione di un partenariato internazionale ed eterogeneo per vocazione, e in piena sintonia con le linee guida Europee nel campo dell’Istruzione Superiore, il progetto intende valorizzare la collaborazione tra Università e aziende private per sviluppare nuove conoscenze, opportunità lavorative e prodotti innovativi, nonché per sensibilizzare Istituzioni e opinione pubblica sulla necessità di valorizzare e preservare l’arte pubblica. L’analisi dei materiali utilizzati dagli artisti per realizzazione le loro opere, lo studio del loro degrado, la caratterizzazione dei prodotti utilizzabili per il loro restauro saranno fasi importanti del progetto, funzionali alla realizzazione dei due obiettivi principali, ossia la definizione di un protocollo conservativo specifico per le opere di arte pubblica e la realizzazione di un modulo didattico multidisciplinare e innovativo per studenti universitari e per restauratori, anche fruibile su piattaforma digitale”.
Ilaria Saccani, presidente di CESMAR7, afferma che “il progetto ha come ambizione quella di creare alleanze permanenti all’interno del partenariato, in modo da unire l’esperienza di restauratori e di gruppi analitici e la conoscenza dei materiali costitutivi e dei prodotti di restauro delle aziende coinvolte per la definizione di un protocollo operativo innovativo per la conservazione dell’arte urbana. Questo a sua volta confluirà nell’attivazione di un modulo didattico che verrà attivato nelle Università e nelle Accademie coinvolte. In tal modo i contenuti e le metodiche di progetto andranno ad arricchire e a innovare l’offerta didattica, rendendola aggiornata sulle nuove esigenze del mondo della conservazione".
"In ultima analisi, il progetto CAPuS ha come intento più ampio quello di sensibilizzare le istituzioni ma soprattutto la collettività sul delicato tema della conservazione dell’arte urbana: il progetto partirà proprio da un coinvolgimento degli artisti stessi, per chiarire i confini dell’etica della conservazione, per un’arte che in molte sue forme ha come caratteristica intrinseca la sua natura effimera”.