«Sensibilizzare il mondo universitario per garantire una presenza massiccia in occasione del presidio e dell'udienza conclusiva della causa contro Foodora, l'unica pubblica del processo, con ritrovo davanti al Tribunale di Torino alle 9». Il referente della Camera del Lavoro Autonomi e Precari di Torino Andrea Moresco non ha dubbi sull'obiettivo del volantinaggio di oggi al Campus Einaudi, realizzato in collaborazione con il collettivo SI Studenti Indipendenti.
Le richieste della causa civile contro il colosso tedesco del food delivery sono il riconoscimento del rapporto di subordinazione con l'azienda, un'assicurazione che copra gli infortuni e la manutenzione delle biciclette, la fornitura aziendale degli strumenti produttivi come gli smartphone, una maggiore tutela della privacy attraverso l'app e, infine, il reintegro immediato dei lavoratori licenziati. «Questa causa – ribadiscono da SI – contesta il modello della cosiddetta “GIG Economy” che sta portando all'accettazione di condizioni di lavoro insostenibili a retribuzioni ridicole, a tutto vantaggio di aziende che delegano ogni rapporto di lavoro agli algoritmi di un'app che controlla e mette in competizione i lavoratori».
I rappresentanti delle due organizzazioni hanno poi affisso alcuni striscioni per ribadire il proprio sostegno alla lotta auto-organizzata dei sei riders Foodora licenziati nel 2016; assenti, a differenza di quanto annunciato attraverso i social, i diretti interessati, impegnati a discutere con i legali gli ultimi aspetti processuali.
«La decisione che segnerebbe in modo inequivocabile il nostro successo – conclude Moresco - sarebbe il reintegro in azienda dei lavoratori, che riconoscerebbe l'illegittimità del licenziamento e potrebbe segnare un punto di svolta politico». Nell'udienza di mercoledì prossimo, intanto, potrebbe già arrivare la sentenza.














