La giunta grillina ha fatto di tutto per boicottare la candidatura di Torino alle Olimpiadi invernali 2026, impiccandosi alla solita tiritera dei costi-benefici, salvo fare marcia indietro una volta constatato che c’erano altre candidature italiane.
Ora il sindaco Appendino cerca di salvare capre e cavoli. Concordo con chi sostiene che si deve ora girare pagina per salvaguardare le prospettive economiche e turistiche legate all’evento. È naturale che la partita è oggi più di ieri nelle mani del governo e del sottosegretario Giorgetti, e il governo è l’unico capofila accettabile per Torino.
Una situazione paradossale, se è vero che ancora permangono resistenze all’interno del M5S. Incaponirsi nell’analisi costi-benefici significa vivere fuori dal mondo, dal momento che quest’analisi potrà essere fatta soltanto del coordinatore governativo e non dalle singole città candidate.
Importante è che la candidatura di Cesana per le gare di bob non sia condizionata da altre logiche o frenata dai soliti grillini malpancisti.












