Se Sergio Chiamparino sperava nel sì unanime del coordinamento regionale del Partito Democratico, alla sua ricandidatura a Presidente della Regione Piemonte ha sbagliato a fare i "conti senza l'oste". La riunione che si è aperta alle 16.30 in via Masserano avrebbe dovuto concludersi nel "giro di un'ora", come ha detto ai giornalisti il governatore regionale prima di entrare, ma dopo oltre 3 ore l'incontro non è ancora terminato.
Nella sala al piano sotterraneo il Presidente della Regione Piemonte non ha trovato ad attenderlo quella concordia sulla sua candidatura che si aspettava. Anzi. A tratti c'è chi ha alzato la voce, soprattutto per fare capire a Chiamparino che potevano esserci altre alternative. Il Governatore all'uscita non ha rilasciato dichiarazioni, allontanandosi in fretta. Daniele Viotti ha ribadito la sua posizione a favore delle primarie. "Per noi la 'strada maestra' per la scelta del prossimo candidato presidente - aveva detto ieri in una nota l'europarlamentare - sono le primarie 'con' Chiamparino e non contro'".
Perplessità anche da parte del segretario metropolitano del Pd Mimmo Carretta e da Domenico Mangone. Il timore di alcuni è che il passo avanti di Chiamparino intimorisca altri potenziali candidati e che il suo nome non sia più in grado di raccogliere quell'unanimità di consensi da parte degli elettori e società civile. La maggioranza però ha fatto quadrato intorno alla ricandidatura del Presidente alle elezioni regionali del 2019.
L'investitura definitiva, seppure per ora Chiamparino sia l'unico candidato, non c'è ancora e la sensazione è che si dovrà attendere la direzione regionale del Pd fissata per il 28 settembre.