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Eventi | 21 dicembre 2018, 14:58

L'Egizio si "sdoppia" e mettere in mostra le repliche dei reperti fatte da chi sta in carcere, ma è Libero di imparare

In esposizione (ma presto in tour nelle biblioteche comunali e al Regina Margherita) le riproduzioni realizzate dai detenuti. Greco: "Un sogno che si realizza: il museo che esce dal museo". Christillin: "Continuiamo a dialogare con chi vuole fare integrazione e non con chi costruisce barriere"

L'Egizio si "sdoppia" e mettere in mostra le repliche dei reperti fatte da chi sta in carcere, ma è Libero di imparare

Il Museo Egizio esce dalla propria casa e prosegue il suo percorso attraverso la città, con un occhio di riguardo per chi sta peggio e vive situazioni di difficoltà. Da questa visione nasce "Liberi di imparare", il progetto che coinvolge il carcere di Torino, Lorusso-Cutugno, ma anche quello minorile e che insieme al Garante dei detenuti ha voluto offrire un'occasione particolare a chi è privato della libertà.

Le persone coinvolte hanno infatti messo la propria opera e creatività per realizzare repliche pressoché perfette di reperti custoditi proprio all'Egizio, soprattutto appartenenti alla tomba di Kha. Ora queste opere sono visibili presso gli spazi di via Maria Vittoria 3, all'angolo con via Accademia delle Scienze. E creare questi oggetti è stato anche un modo per le persone che hanno partecipato per "pensarsi" al di fuori della realtà carceraria, oltre alla possibilità di scoprire talenti e capacità magari sopite da sempre. Il tutto con l'aiuto dell'istituto Plana e dell'Artistico.

"Tante persone potranno vedere quello che si può fare con buona volontà e collaborando con gli altri - dice Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio - e dopo l'esposizione qui al Museo si muoveranno tra le diverse biblioteche civiche fino ad arrivare ai bambini del Regina Margherita. La nostra intenzione è sempre quella di essere il più inclusivi possibile. Vogliamo vivere dentro questa città con qualunque etnia, nazionalità e religione. Stando con chi vuole creare integrazione e non creare barriere".

"Per me si corona un sogno - sottolinea Christian Greco, direttore dell'Egizio -: il giorno prima dell'inizio del mio servizio, infatti, dissi che il mio sogno sarebbe stato portare il Museo fuori dal Museo. Perché dobbiamo guardare fuori, senza dimenticarsi di nessuno. Il Museo non è una società sospesa, così come non lo è un carcere, anche se siamo forse agli antipodi. Siamo parte della società e questo progetto ha proprio portato gli oggetti del Museo a persone che nel Museo non potevano venire. Mi ha colpito quando un detenuto ci ha raccontato che ora si sveglia la notte pensando con quali tecniche riprodurre la Tomba di Kha. E dunque si immagina in un posto bello. Il Museo è uscito e anche il carcere è uscito".

La mostra è visitabile da oggi fino al 21 gennaio. L'accesso è gratuito. "Ma intanto i detenuti stanno continuando nel loro lavoro, complesso e istruttivo, ma a me piacerebbe portare questo progetto anche nelle scuole di tutto il Piemonte e poi in giro per l'Italia", conclude Greco.

Massimiliano Sciullo

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