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Economia e lavoro | 10 gennaio 2019, 07:10

Autogrill: è la Torino-Savona adesso a chiedere una proroga ma due aree hanno già chiuso

Gestori e lavoratori sul piede di guerra e pronti ad andare per vie legali, pur di non abbassare la saracinesca

Autogrill: è la Torino-Savona adesso a chiedere una proroga ma due aree hanno già chiuso

L’autostrada Torino-Savona aumenta il pedaggio e toglie i servizi. È questa la considerazione che serpeggia tra gestori e lavoratori - oltre una cinquantina - degli autogrill della A6, finiti sotto la mannaia della chiusura che doveva avvenire già il 31 di dicembre.

Ma pochi giorni prima della fatidica data, è stata la stessa società autostradale a far recapitare una lettera ai gestori delle cinque aree di sosta che, decreto alla mano, dovrebbero chiudere. Le festività e il maggior numero di utenti su una autostrada che collega mare e monti - non per nulla è stata battezzata Verdemare, mentre ora, dopo l’acquisizione da parte del gruppo Gavio, il nome esatto è in autostrada Riviera dei fiori, tronco Torino-Savona - hanno imposto un passo indietro e un contrordine da parte dei vertici societari.

La partita, quella vera, si giocherà nelle prossime settimane, con gestori e lavoratori da una parte, pronti a dar battaglia anche per vie legali e la società dalla parte opposta che intende riorganizzare il settore e prima delle festività aveva assicurato una revisione di suoi piani.

Intanto, però sono già due le aree che, non badando alla richiesta dei vertici autostradali, hanno chiuso i battenti. Si tratta dell’area Rio Cocchi est di Carmagnola (ultima stazione di sosta in direzione di Torino) e Case Lidora ovest a Carcare (ultima verso Savona), già in provincia di Savona. Tra l’altro, nonostante le due aree siano chiuse da alcuni giorni, il sito della A6 riporta ancora il prezzo del carburante, come se ancora fossero in attività.

Il termine ultimo per la consegna delle chiavi sta arrivando ma di sicuro la questione non è finita e si prevedono ancora molti colpi di scena. La società autostradale da parte sua, promette, dopo la chiusura delle cinque aree, investimenti sul tratto autostradale e potenziamento delle sette rimasta aperte che daranno un servizio di 24 ore, ossia di giorno e di notte, con la presenza di personale e una serie di innovazioni tecnologiche. Inoltre le varie gestioni saranno affidate mediante un nuovo bando e anche questo procura non pochi malumori tra i gestori che non vengono toccati dal decreto ministeriale di chiusura.

Tutto ciò non soddisfa i cinquanta lavoratori che dal 15 di gennaio potrebbero trovarsi senza un impiego, con una ricaduta sull’indotto stimato in qualche milione di euro, tutto distribuito sul territorio della Granda. Secondo il decreto in provincia di Cuneo devono cessare l’attività Rio Colorè ovest a Bra (direzione Savona), Mondovì ovest (verso Savona) e Priero est (direzione Torino).

Na.Mur.

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