“Oggi la politica piemontese sembra più preoccupata di chiedere a FCA quali saranno le modifiche del Piano Industriale piuttosto che chiedere al Governo di eliminare l’eco bonus dalla Legge di Bilancio, che penalizza prodotti e lavoratori italiani a favore di produzioni estere. Dov’è finito il “prima gli italiani” del Governo?”.
Non accenna a volersi posare, il polverone sollevato in questi giorni in ambito economico e sindacale (per non parlare dei riflessi politici) legato all'eco-bonus studiato dal Governo che penalizza molte delle produzioni FCA in Italia e a Torino (tra Mirafiori e Grugliasco) e che di fatto ha raffreddato le intenzioni di investimento da parte del Lingotto, come ha detto l'ad Mike Manley a inizio settimana, da Detroit.
E a rilanciare l'argomento è Fim Cisl, che dopo aver ribadito quali sono i modelli che più di altri rischiano di finire dietro la lavagna con il provvedimento dell'esecutivo, ora mette il Consiglio Regionale nel mirino: “Riteniamo che sia sbagliato chiamare FCA in questo momento a un confronto per farsi dire “per forza” che il Piano Industriale si adegua ai provvedimenti governativi, perché sarebbe subire
l’iniziativa del Governo con una forte penalizzazione per gli stabilimenti torinesi di FCA - dichiara Claudio Chiarle, segretario provinciale di Fim -. Il Governo ha già fatto danni al mercato automobilistico con l’annuncio dell’eco bonus, che partirà a marzo 2019, in quanto chi vuole comprare un auto, oggi, aspetta per vedere cosa succederà. Non solo la stagnazione economica, ma le scellerate dichiarazioni del Governo hanno fatto crollare il mercato dell’auto, almeno in Italia”.
“In questa fase - aggiunge Chiarle - l’unica azione necessaria è incalzare il Governo sul ritiro del provvedimento relativo agli eco bonus che danneggiano il lavoro e l’occupazione in Italia e a Torino in particolare. E il presidente Boeti, anziché rammaricarsi della mancata disponibilità, in questa fase, di FCA a un Consiglio Regionale aperto, proponga all’assemblea regionale un ordine del giorno di condanna della posizione del Governo sugli eco bonus. Sarebbe un atto politico forte e dirimente che non rincorre le posizioni sindacali e politiche che hanno sempre contrastato gli investimenti e i piani industriali di FCA e che non hanno portato nessun valore aggiunto economico ai lavoratori negli ultimi dieci anni".
Nei giorni scorsi, Uilm aveva definito l'ecotassa come un harakiri per il settore auto. “A questo punto – ha detto il segretario provinciale Dario Basso – l’unica mossa sensata da parte dell’esecutivo sarebbe fare un passo indietro, modificare il provvedimento e convocare al più presto azienda e sindacato per un chiarimento".
Una posizione decisamente distante - e non è la prima volta - da quella espressa proprio nelle scorse ore da Fiom-Cgil, che per voce del suo segretario provinciale Edi Lazzi aveva sì criticato l'eco-bonus, ma aveva soprattutto indicato in quella di FCA una posizione strumentale per giustificare i ritardi degli investimenti e le aperture alle nuove motorizzazioni. E intanto, domani si terrà per i metalmeccanici GCIL l'incontro con FCA, CNHi e Ferrari per discutere la piattaforma in vista del rinnovo del contratto nazionale. L'appuntamento è alle 14 presso l'Unione Industriale di Torino, in via Fanti 17. Alla guida della delegazione ci sarà Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.