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Economia e lavoro | 19 dicembre 2025, 12:34

Confartigianato Torino: “No allo stop alle ispezioni delle caldaie”

Preoccupa il decreto che elimina i controlli in presenza sotto i 70 kW. De Santis: “A rischio sicurezza, servono verifiche sul campo”

Confartigianato Torino: “No allo stop alle ispezioni delle caldaie”

Confartigianato Torino esprime forte preoccupazione per quanto previsto dall’articolo 8, comma 3, del decreto in discussione al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, che eliminerebbe le ispezioni in presenza per tutte le caldaie sotto i 70 kilowatt di potenza, ovvero la quasi totalità degli impianti domestici a gas installati nelle abitazioni italiane e piemontesi.

Si tratta di una modifica apparentemente tecnica, ma dagli effetti tutt’altro che marginali: in Italia sono ancora in funzione circa 20 milioni di caldaie, di cui almeno 7 milioni con più di 15 anni di età, quindi potenzialmente meno efficienti e più rischiose se non correttamente manutenute. Anche in Piemonte c’è un patrimonio impiantistico vastissimo, con centinaia di migliaia di apparecchi datati, che non può essere governato esclusivamente attraverso controlli a distanza.

“La manutenzione delle caldaie è fondamentale – sottolinea Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – e i controlli oggi vengono già effettuati anche attraverso strumenti digitali, che consente verifiche documentali e monitoraggi da remoto su impianti già catastati.  Affidare la sicurezza delle abitazioni esclusivamente a controlli a distanza presuppone un sistema informativo integrato che oggi, semplicemente, non esiste e che comunque non ci permette di individuare gli impianti che non sono registrati ad oggi scegliere di indebolire il sistema dei controlli potrebbe abbassare il livello di sicurezza degli edifici oltre a compromettere gli obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria”.

“Il vero nodo non è tanto la modalità del controllo, quanto la capacità di intercettare gli impianti che sfuggono completamente a qualsiasi verifica. – continua De Santis - “Servirebbe la possibilità di incrociare i dati tra le utenze attive e la presenza effettiva di un sistema di riscaldamento nelle abitazioni. Solo così si possono individuare le caldaie non registrate o mai controllate, quelle dei “furbetti” che oggi restano sotto il radar”.

“È evidente che occorre trovare un equilibrio – prosegue De Santis– tra innovazione digitale e controlli sul campo, attivando piattaforme realmente efficaci e interoperabili., ma eliminare le ispezioni in presenza senza aver prima costruito questi strumenti significa abbassare il livello di sicurezza”.

Resta centrale anche il tema della qualità dell’aria e della salute pubblica.
In questo contesto, la corretta manutenzione delle caldaie domestiche e dei piccoli impianti termici rappresenta una leva concreta per ridurre le emissioni inquinanti, migliorare l’efficienza energetica e contribuire agli obiettivi di risanamento dell’aria condivisi a livello regionale e interregionale.

Infine, Confartigianato Torino ribadisce che la manutenzione periodica non è solo un obbligo normativo, ma un vantaggio concreto per le famiglie: “Consente di mantenere i rendimenti dell’impianto ai livelli ottimali previsti dalla legge, riducendo consumi energetici e costi in bolletta”.

comunicato stampa

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