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Economia e lavoro | 19 dicembre 2025, 11:43

Vite “a debito”, il pericolo corre tra i 41 e i 55 anni. E tocca il 7,5% dei lavoratori

La ricerca della Fondazione Operti mette in luce una diffusione crescente di cessioni del quinto, pignoramento e prestiti. E le rate possono arrivare a 450 euro in busta paga. “A rischio anche persone che non sono mai state povere”

Towfiqu Barbhuiya - tramite Unsplash

Towfiqu Barbhuiya - tramite Unsplash

Cessioni del quinto, finanziamenti, rate, esposizioni cui non si riesce più a fare fronte per motivi improvvisi, separazioni, lutti o altri guai. Sono questi gli elementi delle cosiddette “vite a debito”, storie di persone che vivono un impoverimento legato anche a cause esterne come l’inflazione, i costi delle bollette alle stelle e altre condizioni. “Si ritrovano in difficoltà anche persone che non sono mai state povere”, dicono dalla Fondazione Operti, che ha condotto la ricerca. “Sono fenomeni che in valore assoluto possono sembrare limitate, ma la cui tendenza è in costante peggioramento”.

Debito per il 7,5% dei lavoratori 

I numeri dicono che, su circa 40mila lavoratori presi in esame, circa il 7,5% ha debiti

Ci sono quindi 2.937 persone indebitate, ma le posizioni debitorie sono 3.556. Questo vuol dire che ogni persona può avere più di un debito aperto. C’è chi arriva fino a quattro. Di questi, 30% ha fatto cessioni del quinto dello stipendio, il 15% pignoramenti e il 55% altre forme di indebitamento come i prestiti aziendali o Indpap.

I più coinvolti hanno tra 41 e 55 anni

Il 54% sono operai, il 46% impiegati. La fascia d’età più coinvolta è tra 41 e 55 anni (46,4%), ma il 40% ha più di 56 anni. “È un elemento di erosione preoccupante, anche per l’allontanamento dell’età pensionabile e la disabitudine a cercare lavoro intorno ai 60 anni”.

I giovani sono meno indebitati (12,9%), ma questo vuol dire che “sono più precari, visto che per fare debito servono garanzie”.

Quanto pesano le rate

La fascia di debito più diffuso incide tra i 150 e i 300 euro come rata al mese in busta paga. Ma ci sono nell’industria rate che in un caso su quattro arrivano a 450 euro. Nel settore pubblico c’è chi (oltre un caso su cinque) supera i 450 euro di rata di restituzione in busta paga. “Senza considerare che situazioni come i mutui per la casa non rientrano in busta paga, ma esistono e pesano”.

Il debito complessivo, infine, vede nei servizi oltre un caso su due (52,9%) e nel pubblico poco meno (46,2%) con debiti inferiori a diecimila euro. Un debito tra i 20 e i 40mila euro riguarda il 15,9% nel mondo dell’industria e il 44% nel commercio. Nei servizi, poi, esiste un 8,7% che supera i 40mila euro di indebitamento.

“Il problema del sovrindebitamento è forse tra i più sottovalutati nel dibattito pubblico a fronte di altre esigenze sociali che sono più visibili - dice la vicesindaca di Torino, Michela Favaro -. Ma è un campanello d’allarme che sottende alla nascita di altre criticità e problematiche sommerse”.

Massimiliano Sciullo

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