Abbiamo incontrato la dott.ssa Anna Cantagallo, specialista in neurologia e medicina riabilitativa, per parlare di uno dei modi più frequenti ma forse meno noti di allenare le nostre capacità cognitive: l'Incidental Learning (IL).
Come si evolve la nostra capacità di apprendimento quando completiamo la nostra educazione scolastica? Smettere di studiare significa anche smettere di imparare?
La verità è che il processo di apprendimento prosegue per tutto l'arco della vita, solo con modalità molto diverse da quelle che abbiamo imparato fra i banchi di scuola.
Infatti la maggior parte di questo apprendimento avviene attraverso l'esperienza piuttosto che l'educazione formale: impariamo affrontando nuove situazioni, attraverso le cose.
È ciò che abbiamo chiamato apprendimento incidentale (o Incidental Learning)
L’ Incidental Learning: alcune definizioni
Per Incidental Learning si intende un modo di imparare delle procedure o apprendere delle conoscenze accidentalmente, senza pianificazione.
In poche parole: per puro caso.
L’Incidental Learning sta, infatti, all'apprendimento come la serendipità alla ricerca scientifica.
Ovvero: le migliori scoperte vengono fatte per caso, magari proprio quando si sta facendo dell'altro.
L’UNESCO definisce l’Incidental Learning anche Random Learning (apprendimento casuale) e lo descrive come “apprendimento non intenzionale, che succede in qualsiasi momento del giorno e in qualsiasi luogo”.
È questa la bellezza nascosta dell’IL: ognuno di noi può imparare delle cose nuove in qualsiasi momento del giorno, anche senza averne l'intenzione. Questa rappresenta una delle nostre ricchezze, dice la dott.ssa Anna Cantagallo.
L'Incidental learning nella vita quotidiana
Facciamo qualche esempio per capirci meglio.
Quando guardiamo un film in un'altra lingua il nostro intento principale è seguire la trama del film, ma mentre lo facciamo stiamo indirettamente imparando nuovi termini e arricchendo il nostro vocabolario.
Oppure immaginiamo di aver organizzato un weekend avventuroso in campeggio con degli amici: imparare come si monta una tenda sarà una conseguenza secondaria e accidentale di questo nostro progetto.
O ancora, pensiamo a quando scorriamo con gli occhi i diversi post su Facebook o quando, annoiati, stiamo aspettando il nostro turno dal medico o dalla parrucchiera e leggiamo il giornale.
Magari in quel momento il nostro intento è solo di occupare un tempo vuoto, ma mentre lo facciamo stiamo assimilando nuove informazioni sul mondo, che si tratti di una notizia di politica estera o di come il nostro migliore amico ha trascorso il suo weekend.
Anche questo è Incidental Learning.
In poche parole si può parlare di Incidental Learning tutte le volte che una certa esperienza o azione ci porta ad imparare qualcosa di nuovo che esula dallo scopo per cui stavamo facendo quella data cosa.
L’Incidental Learning può, quindi, succedere in diversi modi e contesti: con l’osservazione, la ripetizione, l’interazione sociale, il problem-solving, nel proprio luogo di lavoro, in classe, ascoltando gente più esperta di noi, giocando, sbagliando e adattandoci alle situazioni.
In pratica dal momento in cui ci svegliamo fino al momento in cui ci riaddormentiamo viviamo in una cascata di eventi che costituiscono il vero materiale dell’Incidental Learning.
Apprendimento incidentale e intenzionale: Anna Cantagallo di BrainCare ci spiega le differenze
I termini apprendimento incidentale e intenzionale furono coniati alla metà del XX secolo nel periodo d'oro della psicologia comportamentista americana (Postman & Keppel, 1969).
La differenza sta nell'intenzione che c'è dietro. L'apprendimento deliberato è ciò che accade quando abbiamo un obiettivo particolare.
Succede quando abbiamo deciso di memorizzare una lista di verbi, per esempio. È il tipo di apprendimento che normalmente accade nelle scuole e nelle università.
L'apprendimento incidentale avviene invece quando non abbiamo in mente un obiettivo specifico.
Ci sono tre caratteristiche che rendono l'apprendimento incidentale diverso dall'apprendimento intenzionale, ovvero:
- Prevede divertimento e partecipazione
- Si svolge in un ambiente più piacevole e meno ristretto
- Incoraggia la curiosità e l'apprendimento
Grazie a tutte queste caratteristiche, l’Incidental Learning tiene la nostra mente attiva.
I due tipi di apprendimento si completano a vicenda.
Come suggerisce la dott.ssa Anna Cantagallo, ci sono occasioni e contesti in cui prevale l’apprendimento intenzionale ed altri in cui utilizziamo, seppur inconsciamente, la modalità incidentale.
Il caso non basta: per imparare serve un giusto mindset!
Impariamo sempre, costantemente, senza sosta...addirittura per sbaglio!
Ma non è così facile come sembra.
Supponiamo che ci si rompa un utensile della cucina e che reagissimo buttandolo e comprandone un altro nuovo.
Cosa avremmo imparato? Nulla.
Al contrario, sistemandolo e dandogli di nuovo “vita”, possiamo scoprire come funziona, come si è rotto e come evitare che succeda di nuovo.
Questo semplice esempio ci fa capire come le circostanze da sole non sono sufficienti a "far accadere" l'IL, perché per imparare serve anche il giusto mindset.
Come ci ricorda la dott.ssa Anna Cantagallo il mindset è il nostro atteggiamento mentale verso gli eventi che ci accadono.
È l’insieme di tutti gli schemi mentali che un individuo assimila nel tempo e attraverso cui interpreta ed affronta il mondo.
Perciò, l’Incidental Learning sarà possibile quando ognuno di noi si troverà in una sorta di predisposizione mentale a questo tipo di apprendimento.
L'apprendimento procedurale nelle parole di Anna Cantagallo
L’Incidental Learning potrebbe essere facilmente confuso anche con un altro tipo di apprendimento, ovvero il cosiddetto apprendimento procedurale o implicito.
Anche se i due processi hanno in comune il fatto di non essere coscienti, la dott.ssa Anna Cantagallo ci spiega in cosa essi sono sostanzialmente diversi.
L’apprendimento implicito o procedurale serve appunto ad imparare delle nuove procedure, come per esempio il camminare in un bambino. Attraverso l'esperienza ripetuta di questa procedura è possibile aumentare l'efficienza con cui compiamo quel gesto. Questo aumento di efficienza avviene semplicemente "facendo" quella determinata cosa senza che intervenga la nostra volontà consapevole.
Nell'apprendimento incidentale invece non è richiesta alcuna consapevolezza già nel momento stesso in cui l'esperienza avviene per la prima volta.
Guidare rappresenta un esempio di apprendimento implicito o procedurale.
Dopo una prima fase di assimilazione della tecnica, non abbiamo più bisogno di dedicare tutta la nostra attenzione ai diversi passaggi necessari, che abbiamo già appreso. Possiamo però migliorare l'efficienza delle nostre prestazioni con la pratica, come avviene per il parcheggio: col tempo impareremo a prendere sempre meglio le misure e ad infilarci con poche manovre anche in spazi molto limitati.
Continuiamo lo stesso esempio: stiamo guidando, percorrendo lo stesso tragitto casa-lavoro ogni mattina. Dopo averlo fatto per diverse mattine, sarà probabile aver imparato il nome di qualche negozio che si trova su quella strada...
Ci eravamo posti l’obiettivo di apprendere quei nomi?
Non lo avevamo fatto, ma è comunque avvenuto un apprendimento derivante dalla nostra esperienza: ecco un apprendimento incidentale.
Apprendimento incidentale e testimonianze: un contributo alla neuropsicologia forense
La dott.ssa Anna Cantagallo, esperta anche in Neuropsicologia Forense, sottolinea come l'Incidental Learning sia spesso all'origine delle testimonianze durante un processo.
Infatti quasi sempre i testimoni si sono ritrovati accidentalmente sul posto al momento dell’accaduto mentre sbrigavano faccende personali o facevano una passeggiata: la loro attenzione non era rivolta all'evento in sé.
Nello specifico caso della testimonianza si tratta però di un apprendimento la cui validità può essere messa in dubbio. Infatti anche se l’apprendimento avviene realmente, la consolidazione delle informazioni può venire poi alterata da tanti altri fattori: le emozioni forti vissute nel momento (la paura, l’ansia), il tempo trascorso tra l’evento e il giorno della testimonianza etc...
Ciò non toglie però l'importanza che questa risorsa ha in una circostanza come quella dell'indagine processuale.
Grazie infatti a questa capacità del nostro cervello di apprendere anche inconsapevolmente ci è possibile memorizzare informazioni di primo acchito “inutili” ma che potrebbero poi rivelarsi determinanti: ecco il caso della testimonianza.
Ognuno di noi vive le proprie giornate senza pensare di guardare attentamente ogni persona, luogo o evento per memorizzarli: grazie all’Incidental Learning questo accade comunque.
L’Incidental Learning nella vita quotidiana
Come la dott.ssa Anna Cantagallo suggerisce, tenere la mente attiva è un impegno, ma l’Incidental Learning ci aiuta a capire che il nostro miglior alleato è il cervello stesso.
Infatti anche quando non ce ne accorgiamo il nostro cervello è in moto, sempre a lavoro.
Immaginiamo che qualcuno ci abbia chiesto di descrivere il soggiorno di una casa che abbiamo spesso visitato, come la casa del nostro migliore amico.
Probabilmente non avremo difficoltà a descrivere la stanza e gli oggetti in essa contenuti, in grande dettaglio, anche se è improbabile che abbiamo mai fatto un tentativo deliberato di ricordare quanto più possibile di questa stanza.
Un cervello allenato sarà però un cervello che apprende meglio: infatti, sebbene questi processi non siano consapevoli e non richiedano la nostra volontà, tenendo il nostro cervello sempre in moto avremo più probabilità che gli apprendimenti si verifichino.
Teniamo sempre attiva la nostra mente: mettiamoci alla prova.
Chiediamoci cosa ricordiamo di un luogo frequentato spesso, o della strada che facciamo ogni giorno, o di quel programma televisivo che abbiamo guardato mentre preparavamo la cena.
Il nostro cervello riuscirà sempre a stupirci!