Sit-in di protesta questo pomeriggio fuori da Palazzo Lascaris. A ritrovarsi all’esterno del Consiglio regionale, associazioni e parenti di ammalati psichici e mentali. Il motivo? Portare la voce dei pazienti all’interno del Consiglio regionale straordinario sulla psichiatria delle 14:30.
Sul banco degli imputati vi è finita la DGR 29. I problemi principali? Cinque fondamentalmente quelli sottolineati dalle associazioni di categoria come l’Almm, la Diapsi e l’Unasam: la compartecipazione alla spesa, la scelta del luogo di cura, l’accordo di cura, il trasloco dei pazienti e la riduzione del personale. Il tema è già stato sollevato in passato dal consigliere regionale Gian Luca Vignale (Piemonte nel Cuore), che sceso a incontrare i manifestanti poi entrati in Consigli regionale ha affermato: “Il tema è quello di chiedere una proroga della Dgr, per motivi concreti: da qui a poche settimane le strutture che ospitano pazienti psichiatrici saranno costrette o a dimettere alcuni pazienti o a licenziare del personale”. Uno scenario altamente preoccupante per centinaia di famiglie, sia di pazienti che di lavoratori.
Dure accuse anche da Graziella Gozzellino (Diapsi Piemonte) e Barbara Bosi (Almm): “Ci preoccupa la compartecipazione alla spesa, non è stata regolamentata e concordata con i Comuni. Spostare le persone in altri luoghi più idonei secondo la Dgr? Spostare un paziente in pochi giorni da un luogo come una casa di cura che ha vissuto come casa sua non si può fare di certo in pochi giorni”. La richiesta delle associazioni è quindi quella di chiedere quantomeno una proroga di sei mesi per i termini di attuazione della Dgr 29, in modo da poterne garantire una corretta applicazione.
















