Luigi Pirandello arriva al Teatro Cardinal Massaia di Torino: sabato 20 aprile, giorno che precede la Pasqua, la Compagnia Teatrale Eleftherìa porterà sul palco di via Sospello “Non si sa come”, il dramma scritto dal celebre drammaturgo di Agrigento e ispirato dalle novelle Nel Gorgo, Cinci e la Realtà del sogno.
La pièce, divisa in tre atti, vede protagonisti Lorenzo Beatrice, Manuela Marascio e Nicolò Lasciato. I due registi e fondatori di Eleftherìa Claudio Destino e Federica Tucci, spiegano: “Il nostro intento, con questo spettacolo, è di portare alla luce e denunciare diversi temi: quello della responsabilità per le azioni compiute, l’esasperazione della borghesia sempre uguale a se stessa, e, ancora, la giustizia, che vede come unico vero tribunale la coscienza, e l'istinto dell'uomo, il cui desiderio è quello di svincolarsi dagli schemi che talvolta la società impone”. Lo spettacolo teatrale verrà realizzato alle ore 20:45 di sabato 20 aprile: il costo del biglietto intero è di 12 euro, quello ridotto (minori di 18 anni, over 65 e studenti universitari fino ai 26 anni) viene invece venduto a 8 euro. Per informazioni e prenotazioni contattare l'indirizzo eleftheria.teatro@gmail.com.
"Non si sa come" è ambientata in una raffinata villa italiana degli anni Trenta, dove il lusso e il bon ton regnano sovrani. È qui che prende corpo una storia – solo all’apparenza banale – di tradimenti, menzogne e “delitti innocenti”, che smuove la quotidiana monotonia dei personaggi per trascinarli in un continuo processo di immersione ed emersione dall’abisso della “follia”, dove rimorso, giustizia e consapevolezza cedono ben presto il posto all’impulsività più incontrollabile. Appare infatti come un fulmine a ciel sereno la sciagurata notizia portata dal marchese Nicola Respi a casa dei coniugi Vanzi: il conte Romeo Daddi è improvvisamente impazzito. E la manifestazione più evidente di un tale “guasto” nella sua testa la si ritrova nel sospetto per la moglie Bice, accusata di aver corrisposto la corte insistente dello stesso Respi. Una mania persecutoria originata in realtà da un omicidio “involontario” compiuto da ragazzo – il “ritorno d’un sogno sepolto” – che riemerge dall’oblio dopo un secondo delitto consumato in segreto. È il tradimento, lo squarcio nel cielo di carta di quella gabbia sociale che per Pirandello è la famiglia. Una passione vissuta fugacemente dall’irrequieto Romeo con l’ammaliante Ginevra Vanzi, in un’assolata mattina d’estate, all’insaputa del caro amico Giorgio e della moglie Bice, modello di virtù, “limpida come l’acqua marina”. Ed ecco che nello svelarsi delle “affinità elettive” tra i personaggi, Pirandello dipana la summa di tutta la sua filosofia. “Fortuna, che tutta la vita è così! Non si sa come! E la volontà non ci può nulla!”, mette in bocca l’autore a Romeo, ultimo grande inetto partorito dalla sua penna. “Ma se l’incanto ti prende così forte che non puoi più sapere quello che fai? Avviene! Avviene! Non sei più tu; non sai nemmeno dove sei, con chi sei”.