Il Farò di San Giovanni è caduto dalla parte giusta, verso Porta Nuova: per Torino, quindi, si prospetta un anno fortunato, di ricchezza e prosperità. Anche quest'anno la tradizione si è compiuta. Alla vigilia del patrono della città, la sindaca Appendino, Gianduja e Giacometta hanno acceso la raccolta di rami e legni accatastati davanti a Palazzo Madama intorno alle 22:00.
Il Toro simbolo della città, posto in cima alla pira, ci ha messo molto a prendere fuoco e dopo diversi minuti di trepidante attesa è caduto verso Porta Nuova, accolto da un applauso e dalla gioia dei tanti torinesi presenti. Se fosse caduto dalla parte opposta, quella di Palazzo Reale, secondo la leggenda la città sarebbe andata incontro a un anno sfortunato. Nelle ore precedenti, la festa aveva coinvolto le principali vie del centro, con la sfilata del corteo storico da piazza Carlo Felice a piazza Castello, passata sotto il Comune di Torino.
La tradizione del Farò (termine che in piemontese significa "falò") si consuma ogni anno il 23 giugno, proprio prima di San Giovanni: le origini sono ovviamente antiche e vanno ricercate nel Medioevo, quando i festeggiamenti erano soliti durare due giorni interi e coinvolgevano non solo la città ma tutta la zona limitrofa. In questa tradizione la simbologia ha sempre avuto un ruolo fondamentale: il fuoco, per esempio, è considerato elemento purificatore. Il compito di bruciare la pira è sempre spettato al primo cittadino, mentre una volta ceneri e carbone venivano donate agli spazzacamini della chiesa di San Lorenzo, in piazza Castello angolo via Palazzo di Città. Nel 2019 le modifiche sono naturali, ma il fascino di una tradizione secolare rimane immutato.
Conclusasi la cerimonia del Farò, i torinesi aspettano con ansia la festa di San Giovanni, seconda celebrata con l'uso dei droni: quest'anno lo spettacolo verrà realizzato in piazza Vittorio Veneto alle ore 22:30. “Oggi celebriamo San Giovanni con la tradizione, domani con l’innovazione” è il commento della sindaca Chiara Appendino.