Altro che primato in classifica davanti alla Juve. Nella notte in cui il Toro, vincendo, avrebbe potuto issarsi in vetta a +2 sui bianconeri, i granata vengono giustamente battuti da un Lecce più pronto, tosto e vivace e devono incassare la prima sconfitta in campionato.
A furia di parlare di occasione storica, visto che la terza vittoria iniziale in serie A ai colori granata mancava dal 1976, si è persa di vista la realtà che vuole il Torino essere una buonissima squadra, ma nulla di più. Forse i granata hanno sottovalutato la gara, forse Mazzarri non è stato capace di leggere al meglio la sfida, venendo battuto nella partita a scacchi da Liverani, ma la sensazione è stata che molti giocatori abbiano pagato dazio alle fatiche estive in Europa League, perché per larghi tratti della gara quelli del Lecce sono apparsi più brillanti atleticamente. O hanno pesato i carichi di lavoro affrontati durante la sosta, proprio perché la squadra aveva dovuto fare una preparazione veloce e leggera per l'impegno nei preliminari.
Il Toro di sicuro ha commesso l’errore di approcciare l’incontro in maniera troppo soft, venendo punito prima dell’intervallo da Farias, il rigore di Belotti aveva rimesso le cose in partità in avvio di ripresa, ma quando Mazzarri ha provato a vincerla, aggiungendo Verdi a Belotti e Zaza (subentrato dopo l’intervallo a Berenguer), un altro errore difensivo, stavolta con primo responsabile Sirigu, ha portato al 2-1 di Mancosu. L’arrembaggio finale è stato tanto generoso quanto confuso e sterile, provocando interesse più per la Var (per un possibile secondo rigore) che per il portiere Gabriel, che solo al minuto 90 ha dovuto fare un intervento importante.
Difficile salvare qualcuno nel naufragio granata: Mazzarri ha dimostrato troppa paura, rinunciando inizialmente a Zaza e Verdi, la difesa senza Nkoulou ha ballato spesso e volentieri, in mezzo al campo poche idee e anche confuse, con Baselli e Meite assolutamente sotto tono. Persino Belotti è apparso meno convincente di altre volte, ma è anche vero che la squadra ha prodotto poco per lui e per gli altri uomini d’attacco, con Berenguer che ha dimostrato i suoi limiti quando deve giocare contro difese chiuse e avversari più forti fisicamente. Il Lecce ha riportato sulla terra un Toro che aveva volato troppo alto con la fantasia e domenica ci sarà da affrontare un’altra rivale di bassa classifica, la Sampdoria ultima ancora a quota 0. L’occasione per un pronto riscatto, ma anche una gara da non sbagliare per evitare che possa allungarsi l’ombra della crisi.
Cronaca. In un Olimpico che presenta un bel colpo d’occhio, grazie anche alla nutrita presenza di tifosi leccesi, che colorano di giallorosso e riempiono quasi per intero il settore ospiti, Mazzarri conferma la squadra che aveva battuto l’Atalanta, lasciando in panchina sia il recuperato Zaza che il nuovo acquisto Verdi, per schierare Berenguer a sostegno di Belotti. Parte meglio il Lecce, ma la prima occasione al 7’ è del Toro, con Berenguer che arriva con una frazione di secondo di ritardo sull’invitante tiro-crss di Belotti.
Ritmi compassati, complice un caldo inusuale a metà settembre, ma al quarto d’ora, su bel lancio di Bonifazi, il Toro potrebbe fare male con Belotti, che l’ex Rossettini deve stendere sulla trequarti, rischiando il rosso. Al 21’, sul filtrante di Meitè, per Berenguer c’è l’opportunità di incunearsi tutto solo in area, ma lo spagnolo perde l’attimo e sbaglia, facendo una via di mezzo tra il tiro e l’assist (sbagliato) a centro area. Gli uomini di Walter Mazzarri giochicchiano, commettono l’errore di non azzannare la preda e al minuto 34 vengono puniti da Farias, che fa secco Sirigu approfittando delle bella statuine granata, rimaste a guardare dopo il bell’intervento del portiere sulla incursione di Falco.
Il primo gol in questo campionato dei salentini fa esultare il settore ospiti e ringalluzzisce i giocatori di Liverani, che poco dopo ci riprovano con il tiro da fuori di Lapadula. Il Torino fatica a riprendere le fila del gioco, tenta con una conlusione dalla distanza di Rincon e con un copo di testa alto di De Silvestri sugli sviluppi di un angolo, ma arriva alla pausa senza aver mai costretto Gabriel ad una parata degna di questo nome. E così la squadra rientra negli spogliatoi accompagnata da una salve di fischi. La ripresa vede i giocatori granata anticipare il rientro in campo di un paio di minuti rispetto ai colleghi del Lecce, evidentemente Mazzarri deve essersi fatto sentire negli spogliatoi.
Il tecnico non aspetta e mette subito dentro Zaza al posto di un impalpabile Berenguer, schierando due punte di ruolo per provare a scardinare la difesa avversaria. Dopo 8 minuti il Toro peviene al pareggio con Belotti, ma la rete del Gallo è annullata per un precedente fuorigioco. L’1-1 però è nell’aria e arriva quattro minuti dopo, quando il capitano granata trasforma con freddezza il rigore che si era procurato Zaza sugli sviluppi di un corner (cintura di Tabanelli). Con mezza squadra ammonita, Liverani toglie due giocatori gravati di cartellino, con le uscite di Faris e Lapadula, rimpiazzati da Mancosu e Babacar.
La gara, con il passare del tempo, diventa un arrembaggio granata alla porta di Gabriel, ma ai granata manca sempre quel guizzo per scardinare la difesa leccese, visto che la manovra si arena regolarmente sulla trequarti, così a venti minuti dal 90’ scocca l’ora del debutto di Simone Verdi, con l’ex napoletano che rileva l’evanescente Baselli. Passa un minuto e il Lecce torna a sorpresa in vantaggio, con Mancosu che mette dentro, approfittando della respinta corta di Sirigu su un tiro da lontano tutt’altro che irresistibile di Calderoni. Il Toro sbanda paurosamente e solo una gran parata di Sirigu evita il 3-1 di Babacar, mentre sul ribaltamento di fronte Zaza innesca Belotti, che però calcia troppo debolmente.
Mazzarri gioca la carta della velocità con l’ultimo cambio, togliendo De Silvestri per affidarsi a Laxalt, ma troppi giocatori granata sembrano non averne, con quelli del Lecce che arrivano sempre prima sul pallone e sfiorano persino il tris in contropiede con lo scatenato Babacar. Su uno spunto di Verdi al 90’ nasce un clamoroso mischione in area, ma Belotti non trova il tocco giusto per battere Gabriel e nell’interminabile recupero non succede più nulla, anche se l’arbitro Giua ad un certo punto va a rivedere un contatto sospetto avvenuto in area ai danni di Belotti quando si era oltre il 96’. E alla fine il Lecce può giustamente esultare per un successo che a Torino mancava dal gennaio 2000.
Torino – Lecce 1-2
Torino (3-4-2-1): Sirigu; Izzo, Djidji, Bonifazi; De Silvestri (34’ st Laxalt), Meite, Rincon, Aina; Baselli (26’ st Verdi), Berenguer (1’ st Zaza); Belotti. All. Mazzarri
Lecce (4-3-1-2): Gabriel; Rispoli, Lucioni, Rossettini, Calderoni; Tabanelli, Tachtsidis, Majer (36’ st Shakhov); Falco; Lapadula (17’ st Babacar), Farias (17’ st Mancosu). All. Liverani
Arbitro: Giua di Olbia
Reti: 34’ Farias, st 12’ Belotti (rig.), 28’ Mancosu
Ammoniti: Rossettini, Lucioni, Berenguer, Farias, Lapadula, Tabanelli, Rispoli
Spettatori: 21.620 per un incasso di 357.824 Euro