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In Breve

| 16 marzo 2020, 17:53

Coronavirus, salgono a 52 le fabbriche che chiudono per garantire la sicurezza di 30mila lavoratori

Lazzi (Fiom): "Da giorni caldeggiamo queste fermate per poter prendere tutte le precauzioni possibili". Intanto Fim Cisl annuncia lo sciopero per domani presso la TE Connectivity di Collegno

Coronavirus, salgono a 52 le fabbriche che chiudono per garantire la sicurezza di 30mila lavoratori

Sono salite a 52 le aziende a Torino e provincia che hanno deciso di fermare totalmente o parzialmente le attività produttive per poi riaprire quando avranno completato gli adeguamenti alle misure di prevenzione e avranno i dispositivi di protezione individuale in grado di far lavorare le persone in sicurezza. Per effetto di queste decisioni, sono circa 30mila gli addetti coinvolti.
Un fenomeno, dunque, che va allargandosi dopo la rilevazione di questa mattina che contava un numero inferiore di fabbriche interessate dalla chiusura, ma che tra queste annovera anche FCA (e in particolare Mirafiori con le Carrozzerie e la Maserati di Grugliasco).

"La Fiom Cgil con tutti i suoi delegati si è mossa in questi tesissimi giorni per garantire la salute delle lavoratrici e dei lavoratori - commenta Edi Lazzi, segretario generale per la provincia di Torino -. Le fermate produttive, che noi caldeggiamo già dalla scorsa settimana, sono necessarie per poter dare il tempo alle aziende di prendere tutte le precauzioni possibili per evitare il contatto tra le persone negli uffici e nelle officine, per avere un piano giornaliero di sanificazione dei luoghi di lavoro, per organizzare gli orari in modo tale da evitare assembramenti. Tutto dovrà essere fatto, concordandolo con i delegati sindacali interni".

"Mi auguro che questi giorni di fermo delle maggiori aziende e di gran parte della componentistica, servano per ridurre drasticamente le occasioni di contagio. La situazione è difficile, tutti bisogna fare dei sacrifici e dimostrare senso di responsabilità. Purtroppo il virus si sta diffondendo velocemente anche negli altri paesi europei e penso che l'Unione Europea debba iniziare a giocare un ruolo di coordinamento dei provvedimenti da prendere, questo anche per evitare che ci siano delle speculazioni economiche tra le imprese presenti nelle varie nazioni, perchè una volta superata l'emergenza sanitaria, bisognerà affrontare quella economica-finanziaria".

In queste ore le rsu dello stabilimento TE Connectivity Italia di Collegno hanno richiesto un incontro con la Direzione aziendale su come affrontare la attuale situazione di emergenza che in stabilimento vede alcuni casi di isolamento volontario, ma fortunatamente senza casi, ad ora, conclamati di COVID-19. La Tyco in questa fase sta pensando solamente a come assolvere l’attuale picco produttivo senza provare a mettere in campo soluzioni che aiutino a far lavorare in serenità i dipendenti. Le Rsu hanno richiesto, come da protocollo d’intesa tra le organizzazioni sindacali e associazioni datoriali, una rimodulazione dei livelli produttivi, affinché diminuiscano i contatti tra le persone.

"Se non si trovano soluzioni idonee e le persone non si sentono tranquille - dice Davide Provenzano, segretario provinciale di Fim Cisl - il nostro sindacato non può che dichiarare sciopero per l’intera giornata di domani, riservandosi la facoltà di richiedere l’intervento della Prefettura di Torino".

M.Sci

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