Il pollo allo spiedo? Arriva direttamente a casa con il servizio di consegna a domicilio gratuito. E' così che la nota catena Girarrosti Santa Rita ha ovviato, per il momento, al blocco dell'attività imposto dal decreto per l'emergenza Coronavirus.
Una questione che da un po' di giorni sta facendo discutere. Inizialmente i girarrosti erano infatti rimasti aperti anche dopo l'entrata in vigore del decreto, continuando a consegnare polli e patate direttamente nelle mani dei clienti. Un controllo della municipale in tre negozi di Torino della catena hai poi però cambiato tutto: i tre gestori sono denunciati e i girarrosti Santa Rita sono stati costretti a chiudere proprio per "violazione del decreto Conte". Secondo i vigili urbani, infatti, quei negozi vanno considerati come "ristoranti".
Un'interpretazione che manda su tutte le furie il titolare della catena, Roberto Valentini. "Noi non siamo ristoranti - spiega, a Torinoggi - proprio perché non serviamo cibo ai tavoli. Al contrario funzioniamo come un take away: diamo il pollo e quanto richiesto direttamente al cliente, che se lo porta a casa. Insomma, quello che fanno le gastronomie. E vendendo carne e patate, noi vendiamo cibi di prima necessità, e per di più sono cotti, quindi con un rischio di contagio pari a zero".
"Credo che il problema - ci racconta Valentini - nasca dal codice Ateco (quello che viene assegnato a ogni attività economica o imprenditoriale al momento della registrazione, ndr). Noi siamo stati registrati con lo stesso codice dei ristoranti e quindi rispondiamo alle stesse regole, ma la nostra natura è profondamente diversa. So che in Comune ci sono state interpellanze per perorare la nostra causa (una firmata da Silvio Magliano dei Moderati, ndr) e che sia nella maggioranza che nell'opposizione c'è chi è sulla nostra stessa linea. Ma a decidere non è la politica né la municipale: è il prefetto. E capisco benissimo che in questo momento i problemi da affrontare e le questioni sul tavolo siano ben altre. Dispiace quasi in un periodo così mettersi a discutere per una cosa simile. Ma devono capire che siamo una realtà imprenditoriale e come tutti se non lavoriamo rischiamo tra poche settimane di dover fare tagli e sacrifici economici che potrebbero ricadere purtroppo sui dipendenti e sulle nostre sedi. Con 16 punti vendita e 200 dipendenti capite bene che tenere le serrande abbassate è un problema non di poco conto".
La soluzione? Per ora i girarrosti Santa Rita vanno avanti con il delivery, la consegna a domicilio che già è attiva da 3 anni ma che in questi giorni viene offerta gratuitamente proprio per venire incontro alle esigenze di chi è costretto in casa. Consegna a casa che viene effettuata da 15 rider che lavorano esclusivamente per l'azienda. Ma c'è anche la possibilità di acquistare tramite l'app Just Eat.
Dei 16 punti vendita del Torinese, al momento ne sono aperti quattro: piazza Santa Rita, Gran Madre, corso Francia e corso De Gasperi. Chi si reca lì trova le serrande abbassate a metà e un cartello che invita i clienti a chiamare un numero telefonico (tel. 011.013.36.36) e a richiedere la consegna a domicilio. A volte escono i dipendenti a spiegare a voce la situazione ai clienti.
"Un'idea che mi è venuta - racconta Valentini - ma che non riesco sempre ad applicare è agevolare i clienti che arrivano davanti al negozio per avere un pollo allo spiedo e a cui non possiamo consegnarlo direttamente. Faccio in modo di avere un rider direttamente dentro il locale, così prendiamo l'ordine, lo prepariamo, poi il rider esce (non dall'ingresso principale ma dal retro) e va a consegnare il cibo al cliente in strada in un punto prestabilito, ovviamente mantenendo la distanza di un metro e seguendo tutte le norme previste dal decreto. Una consegna 'a domicilio' ma fuori dal domicilio".