Una barchetta sul mare, per portare l’arte e risvegliare le emozioni di bimbi e ragazzi “chiusi in casa” durante l’emergenza Coronavirus. E’ questo l’ambizioso obiettivo dell’iniziativa “Naufraghinoialtri”, un progetto lanciato da un’insegnante di sostegno e da un’artista che da ormai tre settimane arricchisce le giornate di tanti studenti impossibilitati nel recarsi a scuola.
Tutto è nato da Giulia, maestra di sostegno dell’istituto comprensivo Peyron. “Ho pensato alle mie classi, agli studenti con cui non avevo più un contatto diretto e ho voluto coinvolgerli in un progetto speciale”. Da lì l’idea di coinvolgere un’amica artista, Sara, e presentare il progetto alle insegnanti della scuola. Per i docenti nessun lavoro aggiuntivo, per i ragazzi che si scontrano ogni giorno con le difficoltà oggettive della didattica a distanza, un modo per tirare fuori arte, creatività o anche solo di godersi un momento di relax, ma allo stesso tempo costruttivo.
Ma come funziona l’iniziativa “Naugraghinoialtri”? In sostanza le curatrici del progetto, ogni domenica, per tutto il tempo della quarantena, inviano agli insegnanti un’immagine e una lettera da consegnare ai rispettivi rappresentanti di classe per far lavorare gli alunni durante la settimana. Prendendo spunto da quell’immagine, i bambini e ragazzi devono realizzare un disegno o un testo che rispecchi le loro sensazioni, le loro emozioni. Arte, immagine e italiano, un’attività multidisciplinare per differenti fasce d’età, ordine di grado e istruzione.
Quello che si sviluppa successivamente è pura magia: i ragazzi più grandi spiegano i disegni, lasciano parlare i testi. I più piccoli invece liberano la fantasia, ma basta dare un’occhiata al disegno per capire cosa ha trasmesso loro: c’è chi sulla barca mette i nonni, chi l’animaletto domestico. E così via. “Ogni settimana proponiamo un argomento attuale, in modo che possano aver vissuto quelle emozioni e riescano ad elaborarle: il metro di distanza, la voglia di raggiungere gli altri o ancora il mondo che i ferma” spiegano le responsabili di “Naugraghinoialtri”.
Una volta terminato il lavoro, il materiale grafico viene inviato alle curatrici del progetto e pubblicato sulle relative pagine social, sia Facebook che Instagram. Attualmente solo nell’istituto Peyron partecipano quattro sezioni, ma sono in tanti gli insegnanti che scrivono da Chieri, Carmagnola e da altre città per estendere l’iniziativa alle loro classi. Intanto Giulia e Sara lavorano per farlo partire anche nella scuola in ospedale, presso il Regina Margherita. Il progetto non è ancora stato attivato lì, ma la volontà di non lasciare indietro nessuno è ferma.
Il loro sogno? Che “Naugraghinoialtri” possa arrivare a più alunni possibili, accompagnandoli in queste dure settimane di auto reclusione e magari anche dopo, quando tutto sarà tornato alla normalità. “Per i bambini è un momento molto profondo, in cui buttano giù le loro emozioni” spiegano. Didattica a distanza, creatività e relax. I bambini sono felici, il carico extra per gli insegnanti è pressoché nullo e i genitori vedono i loro ragazzi tirare fuori le emozioni. Il potere dell’arte intesa come terapia, l’obiettivo di “Naufraghinoialtri”.