“I nostri operai agricoli non si sono mai fermati, hanno garantito anche in pieno lockdown che il cibo arrivasse sulle tavole degli italiani, e lo hanno fatto con grandi sacrifici e rischi. Riconoscere il loro diritto al contratto provinciale, garante di legalità, sicurezza, giusta retribuzione, è il minimo che si possa fare in questo momento”.
Lo affermano in una nota le federazioni regionali di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, che dopo tre giorni di attivi unitari, realizzati in videoconferenza, hanno deciso di dedicare la giornata odierna ai Contratti Provinciali di Lavoro, con varie forme di protesta e sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale.
I contratti provinciali, scaduti il 31 dicembre 2019, sono strumenti fondamentali per rafforzare il sistema delle relazioni sindacali, per sviluppare un’agricoltura di qualità, che contrasti illegalità, sfruttamento, appalti non genuini. Nella nostra regione sono oltre 40mila i lavoratori del settore, strategico per l'economia regionale.
“Chiediamo dunque – sottolineano i tre segretari generali piemontesi Alessandro Anselmi, Alberto Battaglino e Denis Vayr - l’avvio delle negoziazioni contrattuali, in tutte le provincie, per far crescere il welfare sussidiario e integrativo, nonché per valorizzare il ruolo degli enti bilaterali territoriali, come indicato nella Legge 199 del 2016 contro il caporalato. Ruolo fondamentale per potenziare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, per tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, per trovare soluzioni all’interno delle sezioni territoriali della rete del lavoro agricolo di qualità anche in tema di trasporti e alloggi per i braccianti, e per qualificare il loro lavoro attraverso la formazione".
"Questo, oltre ad un giusto salario, è l’investimento che serve alla nostra agricoltura, molto più delle belle parole riservate ai lavoratori che non si sono mai fermati”.