Le amministrazioni comunali dell’Unione Montana Valle Susa ritengono istituzionalmente inaccettabile il comportamento tenuto da Tunnel Euralpin Lyon Turin (TELT) e dalla Regione Piemonte in merito all’ipotesi di nuova variante
del progetto Torino Lione.
"Apprendiamo infatti che TELT starebbe predisponendo un’ennesima variante progettuale inerente lo scarico a Susa di milioni di tonnellate di materiale di scavo del tunnel di base, con relativo stoccaggio, selezione, lavorazione e smaltimento. Questo comporterebbe un imprevisto e pesantissimo coinvolgimento dell’intero territorio della Bassa Valle, con notevoli impatti ambientali, sanitari ed economici al momento completamente indefiniti. La variante è causata da una sottovalutazione progettuale di TELT, che non ha tenuto conto dell’indisponibilità dell’area attualmente destinata a tale funzione a Salbertrand".
"Regione e TELT hanno iniziato a discutere questa ipotesi senza il minino coinvolgimento degli enti locali di questo territorio. Le informazioni e i dati tecnici sarebbero contenuti (da quanto apprendiamo) in documenti sui quali sarebbe apposta la dicitura “riservato”, modalità del tutto inconcepibile per una società a intero capitale pubblico come TELT e per un ente territoriale come Regione Piemonte, istituzionalmente tenuto al confronto con il territorio".
"Le amministrazioni comunali dell’Unione Montana Valle Susa non accetteranno alcuna scorciatoia o valutazione sbrigativa. A differenza di quanto erroneamente dichiarato, ad oggi TELT non ha titolo a procedere su questa
nuova ipotesi. Qualsiasi operazione a Susa deve preventivamente essere autorizzata dal CIPE, in quanto non è ricompresa nei 2 lotti costruttivi (di 5 totali) attualmente finanziati. L’attuale tentativo di variante rende inoltre improbabile il rispetto del cronoprogramma dei finanziamenti europei. Questo non giustifica l’atteggiamento finora tenuto nei confronti delle amministrazioni locali".
"TELT ha il dovere di informare con la massima urgenza i Sindaci e l’Unione Montana, in quanto legittima rappresentanza del territorio, in merito al reale stato del progetto e alle intenzioni effettive sui potenziali cantieri che potrebbero impattare in Valle di Susa", conclude la nota.
Sulla stessa posizione anche la Consigliera regionale del M5S Francesca Frediani: "Regione e TELT vogliono scaricare lo smarino del TAV a Susa. Un progetto dall'impatto enorme sotto i profili ambientale e sanitario, che vorrebbero far passare sotto silenzio. Risolverla alla svelta nelle segrete stanze di Piazza Castello, archiviando tutto in qualche cartellina con la dicitura “riservato” ed evitando, ancora una volta, il confronto con le amministrazioni locali, i cittadini ed il territorio. E poi magari giù di manganello per chi non è d'accordo".
"Un film già visto troppe volte in Val Susa, un modus operandi antidemocratico ma divenuto ormai prassi in questo territorio. E' quindi logica la richiesta della Comunità Montana Valle Susa di sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale l'intero progetto e di rendere pubblici tutti i documenti riguardanti la nuova variante. Sarebbe il minimo in uno stato democratico, la Valle Susa, a quanto pare, fa eccezione".
"Siamo dalla parte di Sindaci ed amministratori che, nella piena legittimità, chiedono un briciolo di trasparenza su un progetto che avrà un impatto rilevante sulle vite dei loro concittadini".