La questione ristori continua a far discutere e in questo caso vede gli albergatori sottolineare una evidente differenza di trattasmento. Torino è tra le otto città italiane prese in considerazione da uno studio di Federalberghi Nazionale per evidenziare la sperequazione tra i fondi che lo Stato ha versato ai comuni per compensarli del mancato incasso della tassa di soggiorno nel 2020 e i ristori erogati al comparto turistico-ricettivo dall’inizio dell’emergenza coronavirus.
Il Comune di Torino, che nel 2019 aveva incassato oltre 8 milioni di euro dalla tassa di soggiorno è stato indennizzato per 4.350.000 euro, pari al 53.3%. In proporzione, alle strutture ricettive che hanno perso l’80% del fatturato nel 2020, sono stati erogati ristori per il 3,8% (61 mila euro circa) calcolati sui mancati incassi del mese di aprile. Una situazione simile a quella registrata a Napoli, Firenze, Roma e Venezia.
"Il quadro che emerge dall’indagine condotta dalla Federazione nazionale rivela come il comparto turistico-ricettivo abbia ricevuto un simile trattamento seppur a fronte di cali di fatturato di oltre l’80% - dichiara Fabio Borio, presidente di Federalberghi Torino – gli hotel non sono mai stati compresi tra le aziende costrette a chiudere, molti sono rimasti aperti sostenendo costi enormi pur in assenza di flussi turistici e hanno ricevuto ristori calcolati sul fatturato perso esclusivamente ad aprile, finendo per restare fuori anche dal decreto Natale".
"Auspichiamo che il nuovo governo tenga in considerazione questi aspetti e intervenga in soccorso di un comparto che rappresenta il 13% del PIL italiano collocando ai primi posti dell’agenda i ristori perequativi promessi nel cosiddetto decreto ristori quinquies", ha concluso Borio.