Due uomini e una donna, due bianchi e un nero: si può essere così diversi ma così uniti per un'unica lotta? Claudio Marchisio, Gabriella Nobile e Lilian Thuram ne sono la dimostrazione vivente. Gli amatissimi ex calciatori della Juventus e l'attivista hanno presentato oggi al Salone del Libro di Torino i rispettivi libri, 'Il mio terzo tempo', 'Coprimi le spalle' e 'Il Pensiero bianco', lanciando più di un monito per dire con forza no al razzismo e fermare le discriminazioni partendo dalle proprie esperienze personali.
Thuram: “Materazzi non comprende il razzismo e le discriminazioni”
Ad aprire le danze è stato Thuram, diventato presto un vero e proprio baluardo anche grazie all'omonima fondazione per contrastare il razzismo nelle scuole francesi: “Ho scritto questo libro – ha dichiarato – per cambiare il punto di vista delle persone: non si nasce bianchi o neri ma lo si diventa a causa delle gerarchie create e proseguite nei secoli; la stessa è valida per la sopraffazione degli uomini sulle donne. Sono molto contento di presentare 'Il pensiero bianco' qui in Italia perché significa che la gente vuole capire anche se molti non sono d'accordo”.
L'ex difensore ne ha approfittato anche per rispondere in modo netto alla provocazione lanciata da Marco Materazzi durante l'ultima Festa dello Sport: “Non comprende - ha ribattuto - cosa siano il razzismo e le discriminazioni: un conto è l'insulto personale e un altro è un sistema che ti fa sentire diverso anche quando esci dal campo da calcio, per questo lo invito a leggere, informarsi e capire”.
Marchisio: “La diversità che ho incontrato mi ha arricchito”
Completamente sovrapponibile alla Thuram-filosofia è anche la visione di Marchisio, da tempo in primissima linea su tematiche sociali: “Dentro lo spogliatoio della Juve – ha sottolineato – sono passati tantissimi giocatori di storia, cultura e religione diversa. Avendo condiviso con loro un pezzo della mia vita ho avuto modo di apprezzarne tutte le sfaccettature, l'esperienza da calciatore mi ha arricchito anche per questo: gli insulti razzisti che si sentono allo stadio nei confronti degli avversari si possono combattere anche lavorando sul linguaggio e lo sport è il miglior veicolo per cambiare le cose”.
I pensieri del 'Principino' sono andati anche alla sua città, con la tragedia di piazza San Carlo sullo sfondo e uno sguardo in chiave elettorale: “Chiunque diventerà sindaco - ha proseguito – dovrà lavorare sulle disuguaglianze sociali, creare strutture, lavoro e interesse anche valorizzando lo sport in zone periferiche avendo meno paura di lavorarci. L'integrazione dei giovani e dei nuovi cittadini sarà fondamentale. Quando immagino Torino non posso non pensare alla sera della finale contro il Real: dopo la sconfitta le mie prime attenzioni sono andate a chi ha perso la vita o è andato in ospedale”.
Nobile: “In Italia il razzismo è istituzionalizzato”
La comune lotta al razzismo non poteva che trovare una miglior consacrazione che con l'intervento di Nobile, madre adottiva di due bambini africani salita alla ribalta della cronaca alla vigilia delle elezioni politiche del 2018 per la 'lettera aperta' indirizzata a Matteo Salvini tramite i social network: “Porto avanti – ha spiegato – una lotta di tutti perché il presente dell'Italia è ormai fatto da mille culture diverse, l'italiano dalla pelle bianca non esiste più. Sono convinta che tutti dovremmo fare di più in questo senso, ma le responsabilità maggiori le avranno le istituzioni riconoscendo finalmente il diritto alla cittadinanza e i giornalisti nel dare voce alla tematica”.
L'impegno si sta concretizzando nel quotidiano con l'associazione Mamme per la Pelle: “Quando il razzismo è istituzionalizzato come in Italia – ha concluso – è in grado di estendersi anche alle forze dell'ordine, che nel fermare ragazze e ragazzi neri hanno in moltissimi casi un atteggiamento discriminatorio che in alcuni casi sfocia in violenza. Per questo stiamo lanciando un progetto, in programma a novembre, di incontro tra giovani che spesso condividono usanze e abitudini dove tutti potranno ascoltarsi e comprendersi”.