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Attualità | 05 dicembre 2021, 13:00

La nuova sfida di Agroinnova: studiare come il cambiamento climatico influenza la "salute" di ciò che mangiamo

I parassiti dei vegetali potrebbero essere tra i primi organismi ad adattarsi alle novità, minacciando anche ciò che finisce sulle nostre tavole. Investiti 2 milioni di euro dal 2002 a oggi su questo fronte nel centro di competenza dell'Università di Torino a Grugliasco

Laboratorio di Agroinnova

Negli ultimi 20 anni Agroinnova ha fatto ricerche anche sugli effetti del cambiamento climatico sulle piante e sulle loro malattie

La ricerca prosegue ormai dal 2002, ma mai come in questi anni è di attualità sempre più forte. Agroinnova, il centro di competenza e ricerca dell'Università di Torino, nella sua sede di Grugliasco, da sempre porta avanti la missione di studiare (e trovare le cure) per le malattie che colpiscono le piante. Dunque anche le coltivazioni e ciò che finisce nel nostro piatto.

Gli studi condotti fino a oggi dimostrano che i cambiamenti del clima possono indurre variazioni nelle produzioni agricole. I patogeni vegetali potrebbero essere tra i primi organismi ad adattarsi alle novità, minacciando così anche ciò che finisce sulle nostre tavole. "Le aziende agricole hanno bisogno di queste ricerche - spiega Vittorio Viora, consigliere di Confagricoltura Piemonte e membro del Comitato scientifico di Agroinnova -. Il cambiamento climatico e la lotta ai parassiti vegetali sono quanto mai attuali e richiedono ricerche sul campo e in collaborazione con le aziende agricole".

Due milioni di investimenti, dieci di progetti

Tra strutture, impianti e macchinari, dal 2002 Agroinnova ha condotto studi e innovazioni per 2 milioni di euro. Sono stati intrapresi progetti per 10 milioni e la squadra di collaboratori e ricercatosi è stata di 15 persone. "Alcuni investimenti hanno permesso di affrontare il tema del cambiamento climatico su alcune colture che hanno una grande importanza economica in Italia - sottolinea Angelo Garibaldi, presidente di Agroinnova - come la vite o alcune coltivazioin orto-floricole. Speriamo che anche in altri settori si cominci a lavorare sulla resilienza al cambiamento climatico".

E su questo fronte, nel 2020 - anno scelto dalle Nazioni Unite come anno internazionale della salute delle piante - il direttore di Agroinnova, Maria Lodovica Gullino, è stata incaricata dalla FAO di coordinare undici ricercatori provenienti da tutto il mondo proprio sulla relazione tra cambiamenti climatici e malattie delle piante. "Le aziende del territorio piemontese o le società scientifiche di tutto il mondo ci chiamano sempre più spesso per presentare questi studi - dice Gullino -: significa che il lavoro che abbiamo fatto in tutti questi anni ha una ricaduta concreta sul settore agricolo mondiale".

Un futuro di intelligenza artificiale

E il futuro, anche in questo campo, fa rima con intelligenza artificiale. "Vogliamo seguire un approccio di salute circolare - dicono da Agroinnova - che prenda in considerazione il ruolo della salute delle piante e dell'ambiente in relazione alla salute degli animali e dell'uomo. Il tutto, con l'aiuto delle nuove tecnologie".

Massimiliano Sciullo

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