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Cronaca | 05 febbraio 2022, 20:03

“Mio padre è morto in casa e dopo due giorni non viene a prenderlo nessuno”: la testimonianza choc a Torino

Le pompe funebri segnalano all'Asl il decesso in ritardo. Il risultato? Il corpo dell’uomo continua a rimanere in camera da letto: per la famiglia, già distrutta dal dolore, un ulteriore danno psicologico e logistico

candela accesa nel buio

Una triste storia che mescola il dolore e il lutto alla burocrazia

È un dramma del dolore che si consuma ogni ora che passa quello vissuto da una famiglia torinese, dilaniata dalla morte del proprio caro e in straziante attesa che un medico possa certificarne il decesso, consentendo di dare adeguata sepoltura alla salma.

L’incubo ha inizio nella notte tra giovedì e venerdì, quando nel letto di casa il signor Mario (nome di fantasia), 87 anni da poco compiuti, lascia il proprio corpo per diventare puro spirito. A piangerlo la moglie, un figlio e un nipote che si prendeva cura dei due anziani coniugi.

Come regolamentato dalla legge, in caso di decesso in casa la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico curante per accertare la morte, compilare il “modulo ISTAT” e contattare il medico legale incaricato dalla ASL affinché, dopo la 15esima ora dal decesso e non oltre la 30esima, esegua la visita necroscopica e trasmetta al Comune il certificato di accertamento di morte.

Una procedura burocratica piuttosto complessa che molto spesso arreca ancora più dolore a famigliari già sconvolti. Ed è proprio quanto accaduto alla famiglia del signor Mario, da due giorni in attesa che un medico legale possa certificarne la morte. "Mio padre continua a rimanere nella sua stanza, a letto: mia madre, anziana, ha dovuto dormire su un lettino di fortuna e mio nipote su una sedia" racconta il figlio Alberto, che oltre al dolore per la scomparsa del padre prova invano da quasi 48 ore a dare una degna sepoltura al proprio genitore.

La causa dei disservizi? La segnalazione delle pompe funebri all'Asl, partita in ritardo rispetto alla solita prassi. Oltre al dolore di avere la salma di un proprio caro a pochi metri di distanza, chiusa in una stanza, si aggiunge un non secondario aspetto sanitario. "Apra la finestra e spenga il riscaldamento" è il consiglio dato alla famiglia in lutto. L'Asl, contattata dal figlio, afferma di non aver mai ricevuto la segnalazione di decesso e lo prova con una mail che attesta come la richiesta sia effettivamente pervenuta solo nel tardo pomeriggio di sabato.

Una situazione spiacevole, ma che non sfugge da una certezza: il dramma vissuto da una famiglia torinese in angosciante attesa, che spera solo di far uscire il signor Mario da quel letto di morte. Per poterlo salutare e piangere con la dovuta dignità.

+++ Aggiornamento +++ Una volta contattata, l'Asl ha provveduto nella serata di sabato a constatare il decesso del signor Mario, trasportato come da prassi in obitorio.

Andrea Parisotto

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