Nel corso degli ultimi anni la sicurezza informatica è diventata una priorità a più livelli. Le grandi organizzazioni e le aziende hanno dovuto fare i conti con le minacce di hacker sempre più ambiziosi e abili.
Uno degli attacchi cyber-informatici più famosi di sempre, “Operazione Aurora” (2009-2010), ha preso di mira i server di Google posizionati in Cina. Da lì l’attacco si è propagato verso altre importanti società, fra le quali Yahoo!, Adobe e Morgan Stanley, diventate a loro volta obiettivi dei pirati informatici.
Si tratta di un esempio eclatante di come il crimine su Internet sia così organizzato da non lasciare niente e nessuno al sicuro, nemmeno banche, governi o colossi del W
Strumenti di difesa informatica per utenti privati
Se i criminali informatici riescono a violare i sistemi di Google o addirittura della NASA (risale al 2019 la notizia clamorosa di un attacco hacker con un computer giocattolo subito dall’agenzia spaziale), cosa possiamo fare noi utenti per difenderci? In realtà, semplici accorgimenti possono funzionare come deterrente per i malintenzionati, se non addirittura come ottima arma di difesa.
Ad esempio? Ecco un paio di consigli basilari: installa un buon antivirus e usa una VPN per rimanere al sicuro online. Per quanto riguarda gli antivirus siamo mediamente bene informati, ma cosa sappiamo della VPN? La Virtual Private Network è una connessione realizzata tramite una rete privata virtuale che imita una rete pubblica e che consente di usare Internet con maggiore privacy e quindi con più sicurezza. Lo fa nascondendo l’indirizzo IP (Internet Protocol) e codificando traffico Internet generato dal tuo computer, in modo tale che non sia né rintracciabile, né registrabile.
Chi sono gli hacker e quali sono i loro bersagli?
I bersagli degli hacker di nuova generazione non sono più soltanto sistemi di computer e server. Ogni tecnologia basata su un codice rappresenta per loro una sfida e un’occasione: pensiamo ad esempio alle reti di mobilità urbane e a quelle elettriche, ai sistemi di volo e a quelli di antifurto.
Le conseguenza possono essere più o meno gravi e spaziano dalla sottrazione dolosa di informazioni, alla violazione dei dati sensibili come password e numeri di carte di credito. Giova ricordare che si tratta a tutti gli effetti di crimini e che la normativa di riferimento in Italia è la Legge 547/93, nota anche come Legge sui computer crime.
La protezione dei dati e la sicurezza informatica, come ricordato all’inizio di questo articolo, sono una priorità dell’era digitale e ogni violazione rappresenta un rischio personale e un danno economico. Stando a quanto riporta IBM, tale tipo di reati costano mediamente 3,62 milioni di dollari: una cifra che può far fallire un’azienda solida e di grandi dimensioni!
Facciamo ricorso ancora a qualche dato statistico. Secondo quanto riferito da Check Point, fra le più importanti aziende di sicurezza informatica al mondo, questi sono i numeri che dobbiamo fronteggiare:
● ogni 10 secondi un’organizzazione nel mondo è vittima di un attacco hacker;
● ogni giorno ci sono 100.000 virus informatici che minacciano i siti Web a livello globale;
● l’87% delle organizzazioni ha sperimentato almeno un attacco su una vulnerabilità informatica precedentemente nota.