Al di là delle crisi globali provocate da pandemie e guerre vicine e lontane, viviamo in un presente e vivremo in futuro sempre più dominati dalla robotica e dall'intelligenza artificiale. Fortunatamente, la loro applicazione trova spazio non solo in ambito militare ma anche in modo utile al progresso della società e al miglioramento della vita delle persone: è questo il caso del Laboratorio “Luciano Gallino” dell'Università di Torino, inaugurato nel 2019 a Palazzo Nuovo in memoria dell'esimio sociologo e dedicato allo studio dei robot e del loro utilizzo nei campi dell'educazione, della salute, della cura e dell'inclusione sociale. I possibili benefici includono il mondo della scuola e della disabilità; non a caso, i ricercatori sono stati invitati a partecipare ai recenti Giochi Nazionali Special Olympics con uno stand.
Il laboratorio “Luciano Gallino”
Il Laboratorio Gallino fa parte del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione, è stato fondato dall'attuale direttore della Scuola di Scienze Umanistiche Renato Grimaldi e, attualmente, ha il coordinamento scientifico di Paola Borgna: “Ci occupiamo - spiega la responsabile Silvia Palmieri - di robotica educativa indirizzata prevalentemente alle scuole primarie e, più in generale, dell'inserimento dei cosiddetti 'social robot' all'interno di percorsi di cura ed educazione. Attualmente, qui a Torino ma anche in altre sedi universitarie come Manchester, sono attive diverse ricerche e sperimentazioni con l'obiettivo di studiare i benefici di piccoli robot in ambito sanitario, educativo e sociale; grazie alla gamma di strumenti di cui ci siamo dotati nel corso di questi 3 anni, infine, insieme a studenti, tirocinanti e tesisti stiamo costruendo progetti didattici e sistemi di inclusione rivolti ai bambini e alle scuole”.
I diversi tipi di robot
Tra i vari “gingilli” in dotazione al Laboratorio Gallino c'è Edo: “Si tratta – racconta la tesista Martina Isotton – di un braccio robotico ideato da Comau, azienda torinese leader nel campo dell'automazione industriale, creato appositamente per essere introdotto nelle scuole con lo scopo di potenziare discipline stem come matematica, scienze e fisica. Il nostro obiettivo è quello di utilizzarlo nelle materie umanistiche tra cui italiano, storia e geografia, con risvolti interessanti anche nello storytelling. Edo è snodato grazie ai 6 assi da cui è composto ed è possibile farlo funzionare con diversi linguaggi i programmazione già esistenti e altri creati appositamente dai costruttori”.
Ai prodotti più grandi si affianca poi una gamma di piccoli robot: “Ne esistono – spiegano i tirocinanti Ronny Crino e Marco Demartis – di diversi tipi e con diversi gradi di complessità. Alcuni sono 'social' e possono essere utilizzati nel campo della disabilità come mediatori o facilitatori relazionali: ad accomunarli c'è la possibilità di programmarli con un pensiero creato appositamente per interagire con la persona”.
“Tra questi – aggiungono – segnaliamo 'Matatalab', molto apprezzato dai bambini perché colorato e carino da vedere, programmabile attraverso dei pulsanti con frecce installati sul dorso, 'Wunderkind', composto da blocchi combinabili e programmabili in modi diversi anche da tablet o smartphone attraverso un'app che può fare da joystick , 'MTiny', social robot in grado di esprimere sentimenti e personalità e Zumi, un'automobilina con la potenza di calcolo di una Tesla: grazie all'intelligenza artificiale, se programmata correttamente può muoversi su un percorso riconoscendo e affrontando nel modo corretto cartelli stradali e ostacoli”.
La star NAO
Ma la star del gruppo è sicuramente NAO, robot umanoide in grado di parlare, interagire e compiere svariate tipologie di azioni tra cui recitare. Al momento, NAO è l'unico ad essersi guadagnato un profilo Instagram personale (@nao_laboratorio_gallino) e addirittura un Canale Youtube (“La quarantena di NAO”) da oltre 5mila visualizzazioni in cui ha raccontato la propria vita durante il primo lockdown.
Fanno parte del Laboratorio Gallino anche Elisa Ceresa, Alice Franciscono, Lucrezia Bano, Tarek Ayari, Silvia Ambrosio, Giacomo Antonello, Martina Stocco e Federica Prisco.