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Attualità | 06 dicembre 2022, 12:06

Lavoro, la grande beffa: 4 ispettori tecnici per controllare 200.000 aziende in provincia di Torino [FOTO]

Nell’anniversario della tragedia della ThyssenKrupp, gli ispettori del lavoro denunciano: “Siamo pochi e sottopagati”. Il risultato? Meno controlli e sempre più “furbetti” sulle spalle dei lavoratori

protesta ispettori lavoro

Protesta davanti alla sede dell'Inps da parte degli ispettori del lavoro

Quattro ispettori tecnici (di cui uno a part-time) per controllare 200.000 tra aziende e cantieri in provincia di Torino. E' un dato allarmante pelo denunciato dalle Rsu dell’Ispettorato del Lavoro.

Negli ultimi anni, l’Ispettorato Territoriale di Torino è passato da 180 unità circa a 150 unità circa di personale, di cui gli ispettori ordinari già formati ed effettivamente addetti alla vigilanza sulla regolarità dei contratti di lavoro sono 35 circa e gli ispettori tecnici che devono attualmente svolgere attività di vigilanza tecnica (ossia vigilare sui cantieri in edilizia e sulla sicurezza in tutti gli altri settori produttivi) in Torino e Provincia sono solamente 4.

Il risultato? Pochi controlli, perché coprire tutto il territorio diventa impossibile. Ed ecco che le aziende, in assenza di verifiche, certe di non essere controllate, risparmiano sulla sicurezza. A farne le spese, come sempre, sono i lavoratori stessi. Da qui la denuncia delle Rsu dell'ispettorato: "Siamo chiamati sempre in prima linea nel prevenire le morti bianche e nel contrastare precariato e sfruttamento, siamo in realtà sempre tra gli ultimi per quanto riguarda gli stipendi e le dotazioni tecnologiche a loro disposizione".

Un altro problema sono i mezzi in dotazione agli ispettori: dalle auto ai cellulari, passando per i tablet, quasi sempre la strumentazione appartiene agli ispettori.

"Questa è la situazione, aggravata negli ultimi mesi dal mancato riconoscimento dell’indennità di perequazione. Tale indennità ha permesso un adeguamento retributivo per le Amministrazioni per tutti i Ministeri, ma l’INL ne è rimasto escluso" raccontano. "L’ennesima ingiustizia, che pesa talmente tanto da aver determinato un nuovo fenomeno mai verificatosi in precedenza: vincitori e idonei ai nuovi concorsi che non prendono servizio poiché lo stipendio non consentirebbe loro (che spesso provengono da altre regioni d’Italia) di far fronte a tutte le spese, e non è adeguato all’enorme carico di responsabilità" concludono.

Andrea Parisotto

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