In seguito all'occupazione della sede di via Bologna del Liceo Einstein, la dirigenza scolastica ha deciso di passare dalle parole ai fatti, denunciando alla Questura di Torino gli studenti che da qualche giorno hanno preso possesso della struttura per protestare contro le politiche del Governo Meloni: "Si tratta - ha dichiarato il preside Michele Marco Chiauzza - di un gruppo minoritario e violento, seguito da qualche docente e genitore e influenzato da una decina di esterni esponenti dei centri sociali".
A spingere l'Istituto a questa drastica scelta sono le modalità adottate per l'occupazione, giudicate particolarmente 'aggressive': "Hanno spintonato - ha proseguito Chiauzza - gli altri studenti e il personale scolastico impedendo con la forza l'entrata e l'uscita dalla struttura; le ipotesi di reato prospettate sono quelle di interruzione di pubblico servizio e violenza privata. Mi riservo, inoltre, di sporgere denuncia per linguaggi offensivi e omofobi usati nei miei confronti".
L'iniziativa è scaturita anche a causa del fallimento dei tentativi di dialogo: "Lunedì - ha ancora aggiunto - abbiamo raggiunto un accordo per concedere il pianterreno, ma dal mattino successivo non hanno fatto entrare più nessuno. Successivamente, ci siamo accorti che alcuni studenti volevano uscire e abbiamo dovuto tenere la porta aperta con la forza. Il tentativo di mediazione è quindi fallito, ma con la polizia abbiamo convenuto di non intervenire con strumenti più forti per evitare conseguenze più gravi".
Alcuni docenti, infine, hanno espresso rammarico per la situazione: "In questo modo - hanno commentato - si è rotto un rapporto di fiducia costruito nel tempo perché, come corpo insegnanti, siamo sempre stati disposti a condividere spazi di dibattito, ben rappresentati dal laboratorio di democrazia che organizziamo da 10 anni". Nonostante tutto, Chiauzza difende la maggior parte degli studenti: "Con la maggioranza di loro - ha concluso - il rapporto di fiducia è solido".