Vivere da stomizzati non è facile. Significa avere un sacchetto "esterno" al posto dell'ultimo tratto di intestino, attraverso il quale espletare tuttò ciò che il corpo in origine fa da solo. Ma farlo senza gli strumenti e i presidi sanitari necessari complica decisamente le cose. Soprattutto se l'avversario è la burocrazia.
E' questa la situazione in cui si stanno trovando alcune persone che quotidianamente si scontrano con la carenza (per non dire l'assenza) dei sacchetti necessari alle proprie attività. "Da dicembre, le farmacie cui ci siamo rivolti non ci riconoscono più l'autorizzazione alla fornitura e non sappiamo come fare: abbiamo ancora da parte qualche scorta personale, ma non dureranno in eterno", spiega Filomena, 83 anni, da circa un anno in questa condizione particolare.
Un bisogno che si ripropone di mese per mese
"Per i primi 6 mesi dall'operazione - spiega - ne vengono assegnati circa 90 al mese. Poi, quando la situazione un po' si regolarizza, la necessità può scendere anche a 60 sacchetti al mese, ma dipende dalla singola persona". Ma senza autorizzazione che concede di ottenere i sacchetti in maniera gratuita, il problema riguarda anche il costo: "circa 70 euro per una confezione da 30 sacchetti", dice ancora Filomena.
"Da Saitta a Icardi, segnaliamo il problema ormai da tanti anni"
E' un problema di documentazione, insomma: per la stomia l'Asl deve dare l'autorizzazione. Ma spesso ci si mette di mezzo la burocrazia: "Ci sono situazioni in cui la Regione rilascia la distribuzione gratuita di pannoloni, medicazioni e così via. Compresi i sacchetti per chi ha la stomia - dice Mario Giaccone, presidente dell'Ordine dei farmacisti e consigliere regionale per il Gruppo Monviso -. L'autorizzazione viene rinnovata mese per mese, ma il sistema è vecchio di 15 anni e noi da anni segnaliamo questo meccanismo così macchinoso e i tempi si ingolfano. Si usa addirittura il fax, in alcuni casi e alle nostre lettere di sollecito vengono sempre fornite spiegazioni contingenti dei disagi, ma il problema ormai si trascina da tempo".
La posizione dei farmacisti è costruttiva. "E' dai tempi in cui era assessore Saitta che segnaliamo questi problemi e ancora oggi, con Icardi all'assessorato regionale alla Sanità, diamo la massima disponibilità a metterci tutti intorno a un tavolo per trovare una soluzione: il vero obiettivo è risolvere il problema per la gente che sta male. Gli uffici devono aggiornare e innovare i loro sistemi. Il problema per la farmacia, che ha lavorato anche con green pass e vaccinazioni, non è certo la tecnologia. Serve un nuovo protocollo per velocizzare il sistema".
Ma proprio in queste ultime ore qualcosa sembra muoversi. L'ultimo sollecito da parte di Giaccone e della categoria pare aver colpito nel segno e dalla Regione è stato comunicato di aver attivato un tavolo tecnico per trovare una soluzione.