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Economia e lavoro | 01 giugno 2023, 07:00

Spalletti dice addio al Napoli dopo uno Scudetto clamoroso: l’opinione di Pizzul

La notizia ha colto tutti di sorpresa, nonostante fosse già nell’aria da diversi giorni - incrinando in parte la festa di un’intera città che ha abbracciato il Napoli campione d’Italia con la consapevolezza che a fine anno Luciano Spalletti sarebbe andato via.

Spalletti dice addio al Napoli dopo uno Scudetto clamoroso: l’opinione di Pizzul

La notizia ha colto tutti di sorpresa, nonostante fosse già nell’aria da diversi giorni - incrinando in parte la festa di un’intera città che ha abbracciato il Napoli campione d’Italia con la consapevolezza che a fine anno Luciano Spalletti sarebbe andato via. Un trionfo con addio non semplice da digerire per alcuni e che in pochi avrebbero pronosticato anche soltanto poche settimane fa - i più appassionato che seguono le ultimissime statstiche legate alle schedine sul calcio dovranno tenerne conto anche dalla prossima estate quando i partenopei troveranno (sperano gli Azzurri) una guida tecnica degna erede dell’allenatore toscano.

Uno Scudetto unico nel suo genere, frutto della programmazione a livello dirigenziale - magistrale la gestione degli stipendi e il “turnover” dei big effettuato in estate, trovando al loro posto dei giovani talenti in grado di incidere da subito e con enorme profitto - e concretizzato poi nel migliore dei modi da Spalletti che è passato all’incasso con giocatori che hanno saputo abbracciare il suo stile e un’impeccabile condotta di gioco sul piano tecnico e atletico. Questo è quello che racconta il commento di Pizzul su betwayinsder - un grande conoscitore del mondo del calcio che di campioni, presidenti e allenatori se ne intende eccome.

Pizzul e i meriti del Napoli campione d’Italia: “Meriti da condividere per davvero”

Nel rispondere alle domande di Fulvio Collovati, Pizzul va poi dritto al punto nello spiegare la sua visione sul successo dei partenopei: "È abbastanza comune dividere i meriti e i demeriti tra società, staff dirigenziale e giocatori. Nel caso del Napoli credo che lo si possa fare a ragion veduta.

De Laurentiis si è comportato in maniera eccellente, hanno un direttore sportivo come Giuntoli che ha fatto delle cose incredibili. Poi Spalletti ha saputo calibrare la squadra e anche i calciatori che erano già lì ma non avevano mostrato un talento sopraffino, quest’anno hanno avuto un rendimento eccezionale”. Insomma, rinunciare a Spalletti non vorrà dire per il Napoli dover ripartire completamente da zero - visto che il successo è stato frutto del lavoro di squadra di diverse componenti.

È merito anche di queste scelte coraggiose e tutt’altro che scontate se poi, alla fine, il Napoli ha trovato una chiave diversa rispetto al passato per giungere al successo. I tempi di Diego Armando Maradona sono un lontano ricordo: “Lui era il sole, era lui che rappresentava la squadra. Adesso è l’intero complesso che viene valorizzato, è chiaro che Maradona a Napoli sarà sempre Maradona e che sa di bestemmia mettere in discussione il suo primato assoluto. Ma questo Napoli qua ci ha regalato degli scampoli di calcio straordinari”.

I numeri da record dello Scudetto del Napoli (e di Spalletti)

Il Napoli si è così laureato come campione d’Italia grazie a un predominio partito da lontano: già alla fine del girone di andata, infatti, i partenopei si sono ritrovati con 12 punti di vantaggio sul 2° posto - nessuna capolista aveva mai avuto un divario maggiore sulla diretta inseguitrice dopo la prima parte di stagione nell’era dei tre punti a vittoria in Serie A (dal 1994/95). I partenopei si sono laureati campioni d’Italia con cinque turni d’anticipo: eguagliati Juventus 2018/19, Inter 2006/07, Fiorentina 1955/56 e Torino 1947/48.

Lo scudetto è arrivato a distanza di 33 anni trascorsi dall’ultimo titolo vinto dai campani, il 29 aprile 1990: un’attesa lunghissima, seconda soltanto a quella avuta dalla Roma tra la conquista del titolo nel 1942 e nel 1983 in Serie A. Luciano Spalletti invece ha dovuto attendere a lungo prima di ottenere il più alto riconoscimento della sua carriera in Italia: contro l’Udinese è stata infatti la gara numero 554 (incluse le partite concluse a tavolino) e nell’era dei tre punti a vittoria (dal 1994/95) ha superato in questa singolare statistica Sven-Göran Eriksson con 424 panchine.

La lunga attesa di Luciano Spalletti per conquistare il suo primo scudetto in Italia lo ha portato a stabilire anche un altro record: l’allenatore più “anziano” a sollevare il trofeo in Serie A con 64 anni e 58 giorni. Battuto Maurizio Sarri che nel 2019/20, alla guida della Juventus, aveva vinto il titolo a 61 anni e 203 giorni.

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