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Economia e lavoro | 20 novembre 2023, 18:31

Partita in ritardo, in Val Pellice la stagione delle castagne non è stata eccezionale

L’associazione Produttori fa il bilancio di com’è andata la raccolta e spiega come fare attenzione agli ibridi euro giapponesi venduti come Marroni locali

Partita in ritardo, in Val Pellice la stagione delle castagne non è stata eccezionale

Piccole e in ritardo, quest’anno, ma sempre più ‘imitate’: le castagne della Val Pellice sono ormai tutte sul mercato ed è ora per l’associazione Produttori di fare il bilancio della stagione. Lunedì 13 novembre, a Cascina Pavarin, in via Marconi a Luserna San Giovanni, è stata smontata l’attrezzatura che i soci usano per la cernita del raccolto conferito. “Non è stata una stagione eccezionale per quantità poiché ci siamo fermati a circa 93 quintali e ancor meno per la pezzatura: rispetto al passato erano tante quelle più piccole” afferma Piervaldo Rostan dell’associazione Produttori castagne della Val Pellice. Secondo loro il fenomeno è strettamente legato al cambiamento climatico: “Il clima secco dell’estate ha fatto sì che il riccio rimanesse chiuso e la castagna non potesse svilupparsi completamente – spiega Rostan –. Inoltre all’interno si è creato un clima caldo umido che può provocare il marciume o la proliferazione di funghi”. Le castagne, inoltre, hanno cominciato a cadere in ritardo rispetto allo scorso anno: “Circa una decina di giorni dopo”.

Tra i 38 soci del gruppo nato nel 2001, e concentrati nei comuni di Villar Pellice, Torre Pellice e Lusernetta, quest’anno hanno patito di più quelli del versante indritto (la sinistra orografica) della vallata, meglio esposto al sole: “In alcuni casi le castagne erano talmente piccole che alcuni hanno rinunciato a raccoglierle”. Buoni risultati invece nell’inverso di Villar Pellice dove, oltre a concimare i castagneti, si è potuto usufruire di sistemi di irrigazione a goccia: “Grazie alla compresenza dei due elementi un produttore ha raccolto quest’anno 13 quintali, diventando il socio più importante dal punto di vista quantitativo”. Secondo l’associazione, dunque, irrigare i castagneti diventerà sempre più importante in futuro.

Dei 93 quintali complessivi raccolti quest’anno: 24 sono stati marroni, 26 gli scarti, e una quarantina le castagne di altre varietà. Anche gli scarti vengono utilizzati: “Li conferiamo ad uno dei nostri due grossisti perché sono ancora adatti a produrre farina per l’alimentazione degli animali”.

Tra le 7/8 varietà diffuse in valle quella con più successo è la Gioviasca: “Esteticamente è una castagna bella, molto lucida, di buone dimensioni” ma soprattutto il marrone di cui la valle ha due ecotipi: uno di Lusernetta e uno di Villar Pellice. “Comincia ad essere talmente apprezzato che quest’anno, per la prima volta, in diverse fiere, abbiamo visto spacciare degli ibridi euro giapponesi per ‘Marroni della Val Pellice’” rileva Rostan. Per non lasciarsi confondere, l’associazione produttori consiglia di osservare attentamente ciò che si intende acquistare: “Gli ibridi euro giapponesi sono decisamente più grandi, arrotondati, cioè meno simili alle classiche nostre castagne. Inoltre il marrone è solo vagamente striato”.

Elisa Rollino

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