E così, eccoci nuovamente nell’ora legale. Fino al 27 ottobre al mattino farà chiaro un po’ più tardi e scenderà la sera un’ora dopo. Ad alcuni forse non piace, a me sì. Ma questo ha poca importanza.
Quello che conta veramente è che, secondo le stime di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, nei sette mesi in cui sarà in vigore l'ora legale l'Italia risparmierà circa 220 milioni di euro, grazie a un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh che genererà, inoltre, un rilevante beneficio ambientale. E allora sorge spontanea la domanda: perché non tenere l’ora legale per 12 mesi?
Sono anni che si discute della possibilità di abolire il passaggio dall’ora solare all’ora legale, e viceversa. I critici lamentano problemi di salute legati al ritmo del sonno e una maggiore spesa energetica nel fare periodicamente switch da giornate più lunghe a giornate più corte (con relativo maggiore inquinamento). Quasi 400.000 italiani hanno già firmato la petizione di Change.org dal titolo “Ora legale per sempre”. La questione è però delicata, perché nell’Unione europea tutti i Paesi hanno adottato il sistema basato sul cambio periodico dell’ora. Dunque una legge italiana che imponesse l’ora legale per sempre, potrebbe esporre il nostro Paese a una situazione complicata sul piano internazionale.
La nostra amata Europa, che pare voler decidere su tutto, in realtà non decide quasi nulla. Nello specifico, sulla materia dell’ ora legale, nel 2019 il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni, ma in pratica, perché il voto europeo possa avere un esito, occorre che gli Stati membri decidano effettivamente di riformare la materia.
E quindi non se ne fa nulla. Anche di fronte al dimostrato risparmio energetico, anche di fronte agli evidenti benefici ambientali, tutti si riempiono la bocca di parole e promesse ma poi non cambia nulla. Mai.