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Attualità | 22 maggio 2024, 17:29

Avis e Fidas si stringono la mano per stimolare le donazioni di sangue

Ora condividono interamente i locali di via Beccaria dove si svolgono i prelievi

Fidas e Avis insieme per collaborare e condividere gli spazi

Fidas e Avis insieme per collaborare e condividere gli spazi

Avis e Fidas None si stringono la mano e affrontano un percorso di collaborazione per promuovere la donazione del sangue e facilitare le loro attività associative. Hanno scelto di condividere interamente i locali dove si svolgono i prelievi, per evitare continui spostamenti e traslochi di materiale, da un appuntamento di un gruppo a quello di un altro.

Le due realtà sono nate entrambe negli anni ’60, con lo stesso scopo di trovare donatori di sangue e permettere loro di donare nel modo più agevole possibile. La Fidas arriva a circa 600 sacche di sangue e plasma l’anno, mentre l’Avis supera le 300 tra tutte e due.

Una missione comune, che ora si trasforma in una condivisione profonda. Una ventina d’anni fa il Comune ha concesso loro in affitto i locali di via Beccaria 3. Finora però l’allestimento dei vari locali, dalla sala visite all’accettazione e così via, era realizzato di volta in volta per accogliere i propri donatori e poi veniva rimosso. «Ora finalmente è giunto il momento di collaborare e abbiamo deciso di condividere tutti i locali, così facendo abbiamo più spazi disponibili e siamo in grado di favorire un maggiore comfort sia ai donatori che al personale sanitario» sottolinea Giuseppe Infantino, presidente della Fidas.

Un segno dei tempi che sono profondamente cambiati: “Storicamente veniamo visti come ‘rivali’ come spesso capita a realtà che convivono sullo stesso territorio e lavorano su obiettivi comuni. Ma non è assolutamente così, noi vogliamo appianare le differenze in nome dell’unica cosa che per noi è davvero importante: donare” aggiunge Cesare Micanti, presidente dell’Avis.

Una collaborazione che è destinata a continuare: “In passato era addirittura considerato sconveniente che i banchetti ‘Avis’ e ‘Fidas’ fossero vicini durante le manifestazioni. Oggi non è assolutamente più così, c’è profonda stima tra i nostri direttivi e siamo fortemente motivati a collaborare per perseguire i nostri intenti. Oggi ed in futuro” assicura Micanti.

D’altronde le divisioni sono difficili da comprendere anche per i donatori: “Spesso mi chiedono quale sia la differenza tra ‘Fidas’ e ‘Avis’. ‘Nessuna differenza’, rispondo io, l’importante è donare conclude Infantino.

Martina De Mieri

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