Il Pronto soccorso delle Molinette è in salute, ma ha bisogno con urgenza di una robusta ristrutturazione. Parola di Antonio Scarmozzino, direttore sanitario del presidio di corso Bramante. "Non possiamo aspettare il Parco della salute".
Lo ha detto in occasione del sopralluogo dei consiglieri della Commissione 4 del Comune. Una visita che si inserisce all'interno di un giro più ampio delle strutture di prima accoglienza degli ospedali torinesi, per fare il punto dello stato di salute dei luoghi che, come salute, hanno quella della gente nella propria missione.
Ammodernare una struttura degli anni 90
"Serve un ammodernamento strutturale - ha sottolineato Scarmozzino -. Il nostro Pronto Soccorso è stato concepito per gli anni Novanta e, nonostante gli aggiornamenti man mano, abbiamo chiesto una ristrutturazione alla Regione perché non possiamo aspettare il Parco della Salute". "Speriamo sia tutto pronto in un anno e mezzo - aggiunge - perché altrimenti non si possono gestire al meglio i pazienti".
Una delegazione non numerosissima, quella dei consiglieri di Palazzo Civico, ma che ha fissato un nuovo punto sul "post Covid" in uno degli ospedali più importanti di Torino. "Vogliamo capire la situazione dell'offerta cittadina dal punto di vista della sanità - spiega Vincenzo Camarda, presidente della Commissione - e stiamo raccogliendo i dati nelle varie strutture".
Si torna ai livelli pre Covid
Gli accessi sono 68-70mila ogni anno. E il 2024, con i primi 5 mesi dell'anno, si proietta proprio sui volumi del pre-Covid, dunque il 2019, mentre fin qui si era rimasti sotto quella soglia. Sul tema del sovraffollamento, però, è stato spiegato come sia difficile "definire gli accessi impropri sulla base dei soli sintomi. Meriterebbe anzi una riflessione ulteriore, perché il Pronto soccorso, al di là dei numeri, non è altro che un nodo di una rete territoriale", dice Scarmozzino.
Alto tasso di ricoveri: ecco perché
"Il nostro Pronto Soccorso - aggiunge - ha la particolarità di accogliere soprattutto anziani e pazienti che hanno bisogno di ricovero, di cui 400 in rianimazione, perché sono accessi non legati né alla popolazione pediatrica, che va al Regina Margherita, né legato al mondo della ginecologia, orientato al Sant'Anna". Con una caratteristica ulteriore: "Da noi gli Ictus si curano direttamente in Pronto soccorso".
Si cambia l'accesso: arriverà all'interno del cortile
Intanto prende corpo l'ipotesi che i taxi possano presto entrare all'interno dell'ospedale, da corso Unità d'Italia, arrivando fino al cortile dove sarà allestita una "camera calda" per accogliere il paziente, facilitando così l'accesso.
Un miglioramento rispetto alla situazione attuale, con l'accesso pedonale da corso Bramante.
E proprio su corso Bramante qualche criticità si evidenzia sull'uso e la sistemazione di mezzi alternativi all'auto (vista la presenza di strisce blu). "Abbiamo dovuto limitare l'accesso ai monopattini, ma anche le rastrelliere per le biciclette non sono sufficienti".