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Economia e lavoro | 10 settembre 2024, 14:12

Lo Russo: "Produttori stranieri a Torino? Saremmo i primi a essere felici, ma capire con quali soldi e garanzie"

Il sindaco torna sul tema di nuove case in cerca di stabilimenti (anche) in Piemonte. Giovedì intanto Dongfeng sarà in città per il Salone Auto

primo piano Stefano Lo Russo

Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo affronta il tema automotive

"Un produttore di auto straniero a Torino? Sarei il sindaco più felice del mondo". Non si fermano le voci che da settimane ormai rimbalzano sull'ipotesi dell'avvento di un Gruppo automotive proveniente da oltre confine. In particolare con radici orientali. E sempre più persone sono pronte a scommettere che sia Donfgeng a rispondere all'identikit.

Soldi propri o soldi pubblici?

A riprendere il discorso è il primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo, che a margine di un incontro nella giornata di oggi ha ribadito la sua posizione sull'ipotesi di un nuovo protagonista alternativo a Stellantis. "Il punto è se questo gruppo arriva qui coi suoi soldi o se ci arriva con i soldi pubblici dei contribuenti italiani ed torinesi. Che ovviamente non sono infiniti e quindi devono essere utilizzati nel migliore dei modi". "La questione, io credo - prosegue - deve essere affondata sotto questo profilo: se un operatore cinese, coreano, giapponese o di qualunque Paese decide di venire a investire e a mettere una fabbrica di auto a Torino, e lo fa coi suoi soldi, io sono il primo a essere felice. Anzi, sarei entusiasta di questa cosa. Se lo fa con i soldi degli italiani, credo che sia utile a ragionare bene di come si spengono questi soldi dei nostri cittadini". 

 

 

Stellantis e non solo: quali garanzie?

Un compito di controllo e vigilanza che deve coinvolgere tutti, a partire dall'esecuivo: "Il nostro Governo - sottolinea Lo Russo - ha il dovere di chiedere impegni concreti a chiunque: sia a produttori come Stellantis che già hanno gli stabilimenti produttivi qui, sia a eventuali operatori stranieri. È un dovere del Governo, farlo. Ed essere trasparente nella negoziazione con qualunque tipo di produttore". E puntualizza come: "Un altro aspetto da chiarire è quali auto verranno prodotte: non è indifferente capire quale sia la tipologia di auto, full electric, ibrida o endotermica. E capire quali sono le garanzie che vengono date alla finiera dell'automotive torinese: se ci sono contratti vincolanti con la filiera torinese oppure no, quali sono le garanzie anche di carattere produttivo nel lungo periodo a fronte di un quadro che è quello del mercato dell'auto internazionale che ovviamente falara la differenza". 

L'effetto internazionale sul 2035

Lo Russo non sottovaluta anche gli effetti delle decisioni internazionali sul tema dei trasporti e delle automobili. "C'è una discussione in corso a livello europeo relativamente a una serie di ipotesi che vengono fatte sulla possibilità di dilazionare nel tempo il limite del 2035 per arrivare a veicoli a emissioni zero e questa decisione, che dovrà essere sul livello europeo. avrà delle conseguenze enormi per quanto riguarda il discorso degli investimenti industriali compresi quelli a Torino".C'è un poi un ragionamento che riguarda "un tema delle filiere di approvvigionamento dell'auto elettrica. C'è il tema che riguarda le quote di mercato. Ci sono temi che riguardano gli eassetti geopolitici generali: l'interesse degli operatori cinesi a investire impianti produttivi in Europa deriva dalla decisione assunta dalla commissione Europea l'imporre dei dazi e la loro eventuale imposizione, penso possa fare la differenza anche nella determinazione degli operatori Cinesi o di altri Paesi sottoposti a dazi produttivi". E anche le elezioni Usa potranno spostare l'ago della bilancia: "Il modello economico e delle relazioni internazionali proposto da Trump e da Kamala Harris sono scenari completamente diversi".Per poi sintetizzare: "Deve essere chiaro per tutti che, a fronte di un euro pubblico che viene speso per finanziare l'industria privata del settore dell'auto, è necessario rispondere a impegni precisi".

 

 

Dongfeng a Torino

Intanto, come già anticipato anche dall'assessore regionale alle attività produttive, Andrea Tronzano, l'agenda istituzionale nei prossimi giorni potrebbe prevedere la visita dei rappresentanti di un colosso come Dongfeng proprio a caccia di uno stabilimento nella zona. L'occasione ideale è il Salone Auto Torino che si apre venerdì 13 e che vedrà proprio il Gruppo cinese tra i protagonisti. "Se gli operatori di Dongfeng, come di qualunque altra azienda che ha intenzione di investire a Torino, ha il desiderio di incontrare il sindaco, lo farò come ho sempre fatto - conclude Lo Russo -. Ma il punto non è sulla presenza o meno del produttore cinese, quanto sull'eventuale uso di risorse pubbliche che non sono infinite. Torino è una città che, a differenza di tante altre, non è solo un luogo di assemblaggio di auto. È anche un luogo di assemblaggio di auto, ma è pure un luogo di produzione, di ingegneria ed è un luogo in cui si fanno i disegni delle macchine".

 

Massimiliano Sciullo e Cinzia Gatti

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