La Consulta della Mobilità Ciclistica e Moderazione del Traffico – organo ufficiale del Consiglio Comunale della Città di Torino – ha appreso, con profondo dolore e sdegno, la notizia della violenta collisione con feriti in piazza San Carlo, durante il Salone dell’Auto, dove la persona alla guida di un'auto da rally ha travolto numerosi spettatori, tra sangue, urla e panico.
Da anni, le associazioni della Consulta chiedono maggior sicurezza sulle strade, a partire dalla salvaguardia degli utenti più fragili. Che significato può avere la pedonalizzazione di strade e piazze, se poi vengono trasformate in pericolosi circuiti automobilistici? si domanda il presidente Diego Vezza. Con la plausibile sensazione, visti gli effetti dell’accaduto, di non aver adeguatamente progettato le vie di fuga con le più elementari protezioni di sicurezza. Una grave mancanza, le cui responsabilità verranno accertate nelle sedi opportune.
Il centro è una zona 30, in cui camminare e vivere: qual è la motivazione che ha portato il Sindaco e gli Assessori competenti ad accettare questa violenza nel salotto torinese? A nessuno verrebbe mai in mente di far entrare nel proprio salotto degli oggetti enormi, rumorosi, inquinanti e che distruggono arredi e divani, travolgendo i propri ospiti. Perché invece è stato permesso in piazza San Carlo, mettendo a repentaglio la vita dei cittadini torinesi?
Al di là delle inadempienze, sproporzionate rispetto al far togliere il tappo delle bottigliette d’acqua per i concerti di MITO pochi giorni prima, è inaccettabile che in una location aulica si facciano entrare e sfrecciare delle potenziali armi, di fronte a bambini e famiglie.
Da quanto apprendiamo dai media, sia gli organizzatori del Salone, sia il Sindaco hanno subito dato la colpa alla pilota. Ma le responsabilità salgono a monte, a chi ha preso la decisione di far sgommare i bolidi in mezzo alle persone. È compito delle istituzioni porre un freno a chi ha potere di uccidere e ferire, non favorirli. Chi sfreccia ai 170km orari in via Cossa o corso Grosseto, ha solo una parte di colpa. Perché è anche di chi ha progettato e approvato un simile disegno della strada e non attua sufficienti controlli a prevenire incidenti mortali.
Negli anni ci siamo liberati dalla concezione di piazze auliche come parcheggio (sì, una volta si parcheggiava in piazzetta Reale) ed ora le automobili le ritroviamo nuovamente parcheggiate in piazza San Carlo, sopra a un enorme parcheggio interrato. Se si vuole farle rombare in deroga all’importantissimo tema dell’inquinamento ambientale e acustico, invece delle zone pedonali del centro o dei parchi, la Consulta propone altre soluzioni. Se si vuole fare un’esposizione di automobili per celebrare quest’importante invenzione, la si faccia altrove: al MAUTO, al Lingotto Fiere con annessa pista di collaudo per test ed esibizioni, nell’enorme stabilimento di Mirafiori, ormai desolantemente vuoto e pressoché inutilizzato.
La Consulta chiede che le aree pedonali debbano restare tali: luoghi sicuri di aggregazione e di incontro per le persone, di socialità e relazioni umane. Non di sangue, urla di dolore e panico. Pensare ancora di riempire le città di auto fa parte del passato. Dobbiamo invece liberarcene, come sta succedendo in tutte le città europee all’avanguardia, anche nei paesi dove la produzione automobilistica è importante a livello industriale e occupazionale.
Tutto ciò stride rumorosamente con il Climate City Contract, con gli obiettivi di una città carbon neutral entro il 2030, con le nuove strade scolastiche, con le nuove piste ciclabili, con il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2030 (PNSS) e l’obiettivo Vision Zero.
Non poteva esserci peggior inizio per la SEM (Settimana Europea della Mobilità), in cui si realizzeranno tante iniziative da parte delle associazioni e della cittadinanza attiva, sostenute dalle Istituzioni, per rendere l'uso dello spazio pubblico accessibile non solo ad auto e automobilisti, ma soprattutto libero e sicuro per le persone più vulnerabili: bambini, anziani, persone con difficoltà nel movimento, persone in bicicletta, in monopattino e a piedi.
Una grande attenzione mediatica è nata solo in occasione di questa grave collisione, in una giornata che doveva essere di festa. Certo, fa tantissimo rumore. Quando invece, nel silenzio più assordante, la distrazione, l’alta velocità e la mancata precedenza sono le principali cause che - quotidianamente - la popolazione torinese è costretta a subire, per un totale annuo di quasi 3.000 collisioni e 23 morti sulle strade urbane, come testimoniano i dati ISTAT del 2023.
In conclusione, la Consulta ribadisce nuovamente l’urgenza e la necessità di diminuire fortemente l’esorbitante numero di auto in città e contenere al minimo la loro velocità e il loro potenziale distruttivo. Per il bene di tutti, a partire dai più fragili.