Non c'è ottimismo in casa Mirafiori e la Città pensa a interventi di sostegno per i dipendenti Stellantis che continuano ad essere lasciati in cassa integrazione). A fare il punto della situazione sono i sindacati dei metalmeccanici, in audizione alla commissione lavoro del Consiglio comunale. L'amministratore delegato di Stellantis era a Torino ieri, per inaugurare un nuovo hub sui veicoli commerciali, e le sue parole non sono piaciuti a sindacati e lavoratori.
"Parole inaccettabili, quelle di Tavares"
"Inaccettabile che questa persona si presenti a Torino e dica che a Torino non abbiamo problemi di esuberi - ha commentato Igor Albera della segreteria Fim Cisl Torino e Canavese -. Non può venire a Torino a dire che vorrebbe fare più auto a Mirafiori quando la decisione è sua e della direzione attuale ad aver ridotto a tre modelli di auto la produzione a Mirafiori. Sono due auto di lusso e una costosa elettrica, era impensabile che invadessero le strade. Chi ha il potere ha la responsabilità e chi ha la responsabilità non si deve nascondere. Facciamo pochi modelli e di questi vendiamo pochi pezzi, chi lavora su questa filiera oggi è in difficolta e se le previsioni sono di un altro anno difficile ci troveremo in un 2025 difficile da gestire".
"Non c'è un piano industriale"
Le critiche dei sindacati sono sulle decisioni degli anni passati da parte del gruppo Stellantis, decisioni che pesano soprattutto su Torino e l'Italia. "L' azienda non ha fino ad oggi messo in campo un vero e proprio piano industriale - ha commentato il responsabile Fiom Cgil di Mirafiori e Moncalieri, Gianni Mannori -. Ad oggi in Italia non si produce un solo modello che sia deciso dall'attuale proprietà, sono tutte dell'era Marchionne. Abbiamo un prodotto vecchio e costoso, non si poteva pensare che questa vettura fosse accolta dal mercato, anche con gli incentivi. Non è frutto dell'instabilità dei mercati o dell'aumento del costo dell'energia: quello che sta succedendo non è una sciagura, ma frutto di mancate scelte nell'attribuzione di nuovi modelli in Italia. Sono usciti nuovi modelli in Europa, Nord Africa, America di marchi anche italiani come Fiat e Lancia, perché non in Italia dove il costo del lavoro non è più alto che nel resto? Gli Agnelli possono fare qualcosa, gli Elkann sono ancora i presidenti, chi se non loro può dire all'amministratore delegato come muoversi? Hanno sempre lasciato fare al guidatore, ma sta per andare a schiantarsi contro un muro".
"Sarà l'anno peggiore"
"Il 2024 sarà l'anno peggiore per la produzione di Mirafiori - ha spiegato Sergio Di Ruzza della Uilm di Torino -: saranno prodotte 20 mila 500 BEV, l'80 per cento in meno delle 130 mila prospettate dall'azienda. Le Carrozzerie lavorano al 20 per cento dell'orario, tetto minimo previsto dai contratti di solidarietà, che nei prossimi mesi andranno in scadenza. E' una situazione - ha sottolineato Di Ruzza - che causa un significativo impatto sociale per la città di Torino".
Ad oggi a Mirafiori vengono prodotte 76 Fiat 500 elettriche al giorno, ma i sindacati hanno riportato la possibilità che scendano a 36. In tutto, a fine anno, se il trend proseguirà, si parlerà di circa 20 mila vetture prodotte nel 2024, quando l'obiettivo dichiarato per salvare la fabbrica torinese è di dieci volte tanto.
"Amaro in bocca"
"Si parla solo di numeri - commenta Ciro Marino, segretario di Uglm Torino - ma i fatti sono sempre deludenti. Regnano ormai solo ammortizzatori sociali e, all’orizzonte, non si vedono rimedi. Non sappiamo se lo stabilimento di Mirafiori carrozzeria porti a termine la produzione annuale di 20000 auto, ma siamo molto distanti dagli obiettivi ambiziosi che erano stati annunciati. E' una situazione che lascia l’amaro in bocca".
"Azione corale, al di là delle bandiere"
"La situazione di Stellantis e del suo indotto è estremamente preoccupante e richiede un'azione immediata, corale e sinergica, al di là di bandiere politiche e sindacali. È fondamentale unire le forze per elaborare proposte concrete che si traducano in interventi reali. Bisogna agire qui e subito. Occorre salvaguardare i posti di lavoro nelle aziende e tutelare l'intera economia torinese. Nel territorio, è necessario risolvere la grave mancanza di nuove competenze, vi è troppo phase-out e poco phase-in, garantendo un futuro stabile all'interno delle aziende, che diventi attrattivo per i giovani. Inoltre, il nostro indotto è strettamente legato all'export, un settore che è in procinto di entrare in crisi. Per questo, servono misure straordinarie di supporto alle PMI. Dobbiamo agire concretamente ora per evitare un tracollo che avrebbe conseguenze gravi su tutto il nostro territorio", conclude Tania Basso, segreteria Fismic Confsal.