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Economia e lavoro | 09 novembre 2024, 11:10

Auto, trasporti, mattone: per combattere la crisi, gli artigiani torinesi chiedono aiuto ai "grandi saggi"

Si chiama Vale il progetto messo in campo da Confartigianato: ex dirigenti Fiat in soccorso delle aziende in difficoltà. De Santis: "Ci sono grandi preoccupazioni per rincari, blocchi ai valichi e difficoltà della componentistica"

De Santis: "Ci sono grandi preoccupazioni per rincari, blocchi ai valichi e difficoltà della componentistica"

De Santis: "Ci sono grandi preoccupazioni per rincari, blocchi ai valichi e difficoltà della componentistica"

Crisi dell'auto, ma anche difficoltà per i trasporti (a causa dei costi, ma anche dei collegamenti transfrontalieri) e del settore dell'edilizia, ora che cede la spinta dei bonus. Ecco i tre elementi che minacciano di più, in questo periodo, il mondo delle piccole e micro imprese. 

A ribadirlo, in occasione dell'assemblea annuale, i vertici di Confartigianato Torino. Che a queste difficoltà aggiunge anche una cornice di crisi e tensioni geopolitiche.

Il problema della guerra

“Il clima di guerra sta penalizzando l'approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della manifattura, aggravando il rallentamento del commercio - dice Dino de Santis, presidente di Confartigianato Torino -. Motivi di ulteriore preoccupazione derivano dalla frenata di due fra i grandi player della manifattura mondiale (Germania e Cina).” 

“Inoltre, l'instabilità politica che agita il Medio Oriente - prosegue - sta rallentando la vendita dei prodotti piemontesi verso un'ampia area di Paesi arabi o confinanti in quella zona. Voglio ricordare che dal Piemonte partono beni e servizi per oltre 2 miliardi e mezzo di euro, verso Emirati Arabi, Arabia Saudita, Israele, Qatar, Kuwait oltre ad altre 12 nazioni”.

La crisi dell'auto 

Ben più vicina, a livello geografico, la crisi dell'automotive. Che oltre ai grandi gruppi colpisce la filiera: si stimano commesse in diminuzione e contrazione delle esportazioni fino al 46%. 

“L'Ufficio studi di Confartigianato Torino valuta che nell'area metropolitana torinese saranno coinvolte 20mila imprese, con un'occupazione stimata di 45mila addetti, dei quali un terzo rischia il posto di lavoro.  - continua De Santis - Una crisi che ha già prodotto un rallentamento degli investimenti e il ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali che entro fine anno coinvolgerà oltre il 30% delle imprese manifatturiere.”

Doppia frenata per trasporti e mattone

“Edilizia ed Autotrasporto sono altri due comparti ad elevato rischio – denuncia De Santis -; gli esiti negativi per il comparto casa dovuti allo stop del Superbonus con  l'abbassamento dell'agevolazione al 50% nel 2025 per la prima casa, e l'incertezza sulle risorse da mettere in campo dal Governo per dare seguito alla direttiva europea sulle case green, sta mettendo in ginocchio il mondo delle costruzioni. Voglio ricordare che da settembre 2022 a settembre 2024 il settore delle Costruzioni piemontesi ha perso 309 imprese artigiane, passando da 49.187 a 48.878. Resta, poi, la criticità sulla patente a crediti che non è lo strumento idoneo a ridurre e, soprattutto, prevenire gli infortuni sul lavoro, ma sembra piuttosto un ulteriore fardello burocratico”.

Le imprese dell'autotrasporto -ha proseguito - sono state duramente colpite dalle diverse crisi economiche succedutesi e dai ricorrenti rincari dei costi. L'ipotizzato innalzamento delle accise (che si andrebbe ad aggiungere al caro pedaggi ed alle penalizzazioni derivanti dall'isolamento del Piemonte) provocherebbe un'esplosione dei costi difficilmente scaricabile sui prezzi di listino. Un provvedimento che escluderebbe chi opera con veicoli sopra le 7,5 tonnellate e da euro 5 in su ma che penalizzerebbe i furgoni di 3,5 tonnellate.”

Ex dirigenti in pensione

Per dare una mano alle aziende  in un periodo cosi critico, Confartigianato ha pensato a un aiuto speciale. Si tratta del progetto VAL.E. – la multicompetenza al servizio delle imprese. "Un servizio gratuito che, in collaborazione con un gruppo di ex dirigenti in pensione, provenienti da Fiat e da altre grandi imprese, fornisce consigli specialistici per risolvere le situazioni di crisi aziendale”, conclude De Santis.

Massimiliano Sciullo

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