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Cronaca | 31 maggio 2025, 15:40

Gli tolgono il cellulare, adolescente finisce al San Luigi d'Orbassano con crisi d'astinenza

L'intervista al professor Rosso: "Madre e padre, esasperati dall’uso, avevano deciso di prenderlo e vietarlo"

"Madre e padre, esasperati dall’uso, avevano deciso di prenderlo e vietarlo"

"Madre e padre, esasperati dall’uso, avevano deciso di prenderlo e vietarlo"

Gli tolgono il telefonino, adolescente finisce in ospedale con una crisi d’astinenza.  "Quando è arrivato in pronto soccorso presentava esattamente gli stessi sintomi di una persona in crisi di astinenza da sostanze. Peccato che, a mancargli in modo psicotropo, fosse lo smartphone", racconta al Corriere della Sera il professor Gianluca Rosso, medico chirurgo specialista in psichiatria e professore associato di psichiatria al dipartimento di neuroscienze dell’Università degli Studi di Torino, che era di guardia presso l’ospedale San Luigi di Orbassano quando il ragazzo si è presentato in accettazione accompagnato dai genitori perché in stato di agitazione psicomotoria severo.

"Reazione come un tossicodipendente"

Il motivo? "Madre e padre, esasperati dall’uso continuo che faceva del cellulare, avevano deciso di prenderlo e vietarlo. Un gesto che ha scatenato in lui una reazione, di fatto, omologa a quella di ogni tossicodipendente in carenza", racconta nell'intervista rilasciata al quotidiano.

"Può stupire ma, di fatto, l’utilizzo dello smartphone crea un legame con l’oggetto molto simile a quello ottenuto da altre sostanze d’abuso come alcol, sigarette e stupefacenti - spiega Rosso - Tutte portano a uno stimolo continuo del sistema dopaminergico, al quale il nostro cervello si abitua e, proprio per questo, avverte la necessità continua dello stimolo".

Arrivato in pronto soccorso, il giovane è stato trattato con terapie ansiolitiche importanti, intramuscolari ed endovenose. Poi, superata la crisi, è stato rimandato a casa.

"Noi possiamo dare indicazioni al ricovero solo per condizioni psichiatriche associate alle dipendenze e non per la dipendenza in senso stretto che, invece, viene rimandata ai Serd (servizi pubblici per le dipendenze patologiche del Sistema Sanitario Nazionale, ndr)", conclude il medico.

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